Il dovere e il diritto di governare. Di Maio versus Di Maio

Chi vince le elezioni ha il dovere e il diritto di governare. E’ un assioma, ma sembra che alcuni nostri governanti pratichino l’arte del governare per creare problemi laddove non ci sono.

Prendiamo l’esempio del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, già vicepremier e biministro: ha promosso una manifestazione del proprio partito per il 15 febbraio.

Di Maio, però è membro del Governo, e promuove una manifestazione di protesta “contro la restaurazione che vorrebbe cancellare le nostre riforme”. Ma Di Maio e il M5S non sono al Governo? Non governano con una maggioranza parlamentare? E contro chi manifesta la piazza? Contro il Governo e la sua maggioranza?

Chi sarebbero gli attori della restaurazione?

Vediamo.

Il M5S ha 207 deputati e 98 senatori e il presidente della Camera; ha espresso il premier, 10 ministri, 6 viceministri e 16 sottosegretari. E’ il partito più rappresentato nelle istituzioni.

Insomma, Di Maio convoca una manifestazione del M5S contro il Governo di cui fa parte, in modo preminente, il M5S!

Nel merito, le riforme attaccate dalla ipotetica “restaurazione” sarebbero l’abolizione dei vitalizi, l’abolizione della prescrizione e il Reddito di cittadinanza.

Vediamo.

Reddito di cittadinanza. Di Maio teme un referendum per la sua abolizione. Come è noto un referendum abrogativo di una legge può essere chiesto da 5 regioni o da 500 mila cittadini. Il tutto è previsto dalla nostra Costituzione. Il M5S vuole abolire l’istituto referendario?

Abolizione della prescrizione. La legge è stata approvata dal M5S e dalla Lega, con il voto contrario del PD. Ora la Lega e’ contraria e il PD ha posto dei problemi, il che è del tutto consequenziale; o il M5S non si era accorto che il PD aveva espresso voto negativo sulla abolizione della prescrizione?

Vitalizi. Ricordiamo che l’abolizione dei vitalizi dei parlamentari l’ha varata il governo Monti nel 2012, 8 anni fa, quando il M5S non era ancora presente in Parlamento. Dunque, il M5S non c’entra nulla con l’abolizione dei vitalizi. Quello di cui si sta discutendo è il ricalcolo dei vecchi vitalizi, che interessano un numero ristretto di ex parlamentari, per lo più ottantenni. Il ricalcolo è stato approvato dal Parlamento (Uffici di Presidenza di Camera e Senato), valendo il potere dell’autodichia, cioè della autoregolamentazione parlamentare. Come di diritto, gli ex parlamentari hanno fatto ricorso ad una Commissione interna che dovrà emettere giudizio nei prossimi giorni. Di Maio se la prende con il presidente della Commissione senatoriale interna, detta Contenziosa, perché orientata a una ipotetica valutazione positiva dei ricorsi, paventando un conflitto di interessi del suo presidente. Da ricordare che, lo scorso anno, Di Maio elogiava gli organi dell’autodichia che
erano “a garanzia dell’autonomia del Parlamento”, erano, cioè, tali quando votavano per il ricalcolo dei vitalizi. Oggi non lo sono più? Della serie: se sono d’accordo con me va bene, altrimenti non va bene. Troppo comodo.

Se eletti, si ha dovere e diritto di governare, rispettando le regole che la Repubblica Italiana si è data.
Altrimenti si passa alla dittatura.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc