
Si vota in Toscana e alcuni seggi elettorali a Firenze erano in scuole occupate dagli studenti per – diciamo – la pace nel mondo. Abbiamo detto “erano” perché con alcune comunicazioni casuali, quindi non sempre arrivate a destinazione, il Comune ha fatto sapere che i seggi xx e xxx, causa occupazione studentesca in corso, non erano più al loro posto, ma in altre scuole.
Chi scrive, che accompagna un’amica disabile visiva e motoria per l’esercizio del suo diritto, si è ritrovato il seggio a “solo” 900 metri di distanza da quello abituale. Meno male che non oggi non piove e il clima non è particolarmente ostile. Ma 900 metri sono 900 metri.
E questo è un disagio, diciamo lieve.
Il problema è che i seggi elettorali siano stati spostati perché, ai problemi strutturali che ci si può immaginare possano indurre allo spostamento, è diventato strutturale anche quello dell’occupazione. Quindi una scuola significa: edifici, attrezzature, insegnanti, lavoratori, studenti, manutenzioni e occupazioni. Una sorta di pacchetto tutto compreso, dove se qualcuno dei suoi componenti osta all’uso abituale, quest’ultimo viene meno.
Anche se, nel caso odierno, l’uso abituale è una struttura pubblica che deve essere messa a disposizione per l’esercizio del diritto primario per eccellenza di un regime democratico: le elezioni.
Intuiamo che le pubbliche autorità non abbiano ritenuto carino sgomberare queste occupazioni perché, ai tanti problemi che già hanno, avrebbero rischiato di aggiungere qualche protesta/corteo (magari anche con code di violenze) di chi rivendicava il proprio diritto di bloccare il nostro caposaldo della democrazia, le elezioni.
Nei bar si direbbe che questi sono fuori di testa. Tornando ad un linguaggio da giacca e cravatta si dice che invece i nostri amministratori sono artefici di un attentato alla democrazia.
Non ci stupiamo più di tanto da parte di chi (Regione Toscana nel nostro caso) ai propri balconi fa sventolare le bandiere di Toscana, Italia, Europa e Palestina, dove quest’ultima sembra proprio a ragion veduta, visto che tra i motivi principali per cui le scuole oggi sono inagibili per l’esercizio del diritto di voto c’è quello – generico quanto, nel caso, indicativo – della Palestina…. dove tra l’altro, pur volendo essere liberali estremisti che accettano anche di farsi sfasciare la testa per garantire i diritti di parola e manifestazione, il tanto auspicato cessate il fuoco è in atto, ma questo non interessa a occupanti e concessionari delle occupazioni. Proprio come quando scioperano bloccando la mobilità pubblica di chi non c’entra con le loro ragioni. “Io so io e voi non siete un cazzo” – il Marchese del Grillo.
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc