Sui giornali di oggi chi guarda i bagliori incendiari di #Parigi cerca di dare letture interpretative, seguendo logiche superate dalla storia, come se ancora fossimo nel #novecento ideologico. Quel secolo intriso di #fascismo e antifascismo, quello della via Paal in cui i buoni, secondo le narrazioni di comodo e semplicistiche, erano tutti da una parte e i presumibili cattivi stavano sempre sulla sponda sbagliata. Invece nella realtà e qui si sta ricostruendo oltre le destre e le sinistre classiche una storia in cui le povertà e le moltiplicate precarietà si stanno riconciliando con le appartenenze agli #Stati che devono rimettersi in discussione abbandonando il ruolo dei servitori del capitale e perché il consenso sta venendo meno da sotto i piedi dai governanti #tecnocrati.
Così gli Stati dovranno tornare a farsi strumento di partecipazione e solidarietà, di politica riformatrice e culture effettivamente plurali. I bagliori incendiari di Parigi smentiscono definitivamente le visioni chic di#Bernard_Henry_Levy che cosparge di ipocrisia benpensante il travaglio disperato delle comunità che hanno la necessità di uscire dalla disperazione e rappresentano il bisogno di ridare fiato alle speranze che coltivano dignità e decoro all’insegna del cittadino per bene fatto di #onestà e concretezza in grado di trasmettere e trasferire forza allo Stato che interviene per il bene dei molti, senza farsi piegare dagli interessi di pochi approfittatori e predatori. Lo #Stato così ridiviene specchio di #comunità e di sensibilità diffuse, non certo di possessori di orologi #Cartier e di borse #Vuitton.