Governo. Economia di transizione o no?

Uscire dalla pandemia e trasformare il nostro sistema economico da assistito a competitivo.

Il problema l’ha posto Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, al Festival dell’economia di Trento.

I fondi del Recovery Plan dovrebbero promuovere la “transizione” ad una economia che non sia supportata dallo Stato, cioè dal contribuente, che, giustamente, lamenta l’eccessiva imposizione fiscale che va a coprire i buchi di una economia statalizzata.

Facciamo un esempio.

Che cosa vuole fare lo Stato dell’Alitalia? Cosa vuole fare il Comune di Roma di Atac, l’azienda dei trasporti locali?

La domanda non è peregrina perché in 12 anni queste due aziende sono costate 20 miliardi di soldi pubblici, cioè del contribuente.

Dunque, occorre  chiarire il concetto di “transizione”, vale a dire se si intenda mantenere  uno Stato presente direttamente (si ricorre sempre più spesso ai fondi della Cassa depositi e prestiti), oppure uno Stato che definisce le regole ed affettua i controlli?

Crediamo che questa sia la sfida dei prossimi anni. Le rendite di posizione statali o private per benevola concessione, non sono più sostenibili, perché alla fine il cerino rimane tra le dita del contribuente.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc