Giustizia: la favola dei mafiosi e dei trafficanti di droga liberi dopo la riforma Cartabia. Dalla grotta del diritto allo Stato di diritto

E’ una favola la storia dei mafiosi e dei trafficanti liberi se venisse approvata la riforma della Giustizia proposta dalla ministra Cartabia e approvata dal Consiglio dei ministri, compresi tutti i ministri 5stellati.

Vediamo di capire.

La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, dopo ampia consultazione con gli esponenti politici e i ministri, di tutti i partiti, compreso il M5s, ha presentato, e il Consiglio dei ministri ha approvato alla unanimità, la riforma della giustizia penale, necessaria per i cittadini e, anche, perché la Ue ha chiesto di ridurre del 25% la durata dei processi penali, condizione per accedere ai fondi comunitari che ammontano complessivamente a 222,1 miliardi, ai quali aggiungere 26 miliardi per la realizzazione di opere specifiche e per il reintegro delle risorse del Fondo Sviluppo e coesione. Nel complesso si potrà disporre di circa 248 miliardi di euro.

Il Consiglio dei ministri, alla unanimità, ha autorizzato il presidente Draghi, a porre la fiducia sul testo presentato, dichiarando, però,la disponibilità a modifiche tecniche.

 

Ovviamente, il Parlamento è libero di pensarla diversamente ma, ricordiamo, che era proprio il M5S a reclamare il “vincolo di mandato” per i parlamentari, cioè voleva dei soldatini ubbidienti alla volontà partitica.

 

Abbiamo letto dichiarazioni del pericolo rappresentato dalla definizione dei tempi processuali in Appello e in Cassazione. Allora, vogliamo ricordare alcuni esempi dei tempi oltre i quali un reato è prescritto:

  1. a) Sequestro di persona a scopo di estorsione: 60 anni.
  2. b) Associazione di tipo mafioso:30 anni.
  3. c) Associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti:40 anni.
  4. d) Scambio elettorale politico-mafioso: 24 anni.
  5. e) Associazione finalizzata al traffico di stupefacenti: 40 anni.
  6. f) Disastro ambientale: 37 anni.

 

Se in questi anni non si riesce a portare a compimento un processo, ebbene, è opportuno rivedere il nostro sistema giudiziario, che è quello che sta cercando di fare la ministra Cartabia. Inoltre, con la riforma Conte1, ministro della Giustizia Bonafede, in caso di condanna in primo grado, i tempi processuali diventano infiniti.

Occorre passare dalla caverna del diritto allo Stato di diritto.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc