Giornata Mondiale Alimentazione. Il giorno della vergogna

La Giornata Mondiale dell'Alimentazione del 16 ottobre, quest'anno celebra il 75esimo anniversario della Fao, la fondazione dell'Onu per l'Alimentazione e l'Agricoltura.
L’invito che rivolgiamo è di non sottovalutare il fenomeno, anche se ora siamo tutti – noi residenti nei Paesi ricchi e non nei Paesi poveri – concentrati sulla pandemia sanitaria. Con ondate di chiusura in noi stessi come risposta istintiva alla nostra naturale indole di viaggiatori e di scopritori.
Mentre noi siamo alle prese con la coda al supermercato, la ricerca del pediatra per il certificato scolastico, l’appuntamento per il tampone, le difficoltà per pagare imposte e bollette, … buona parte del mondo ha questi e altri problemi, anche più gravi dei nostri e delle guerre che continuano a falcidiare e distruggere territori e culture in nome di giustezze più o meno fanatiche.
Documentarsi in materia non è difficile (1). Ma difficile, come sempre, sarà scegliere nell’enorme mole di informazioni che non siamo ancora abituati a gestire col metro della nostra obiettività.

Come consumatori e utenti, ci sentiamo di consigliare un filo conduttore nell’informarsi, nel riflettere, nel valutare, nel somatizzare… cioè a tutte le conseguenze e reazioni che ognuno di noi potrà avere nel ricordare qualcosa di cui siamo convinti di sapere grossomodo già tutto.

Il filo conduttore è quello della vergogna.

Quella di tutti, quindi quella laica, non religiosa o ideologica. La vergogna che ci accomuna tutti, quella non in quanto persone ma in quanto membri delle nostre comunità, cittadini.
Quanto, come, dove e in che prospettiva abbiamo agito perché, mentre noi siamo nelle liste dei record per lo spreco alimentare, a pochissime ore di volo da noi c’è ancora chi soffre di malnutrizione (di fame, in senso stretto, non muore quasi più nessuno). Chi soffre di mancanza di mezzi e strumenti per procurarsi la dignità con un’alimentazione frutto di onesto e regolare impegno in un lavoro. Chi soffre vivendo in domicili che non siano malsani fisicamente e socialmente, edifici in zone dove mai un nostro geometra costruirebbe una struttura per allevare maiali o neanche una discarica… ma dove noi mandiamo  rifiuti che non sappiamo dove sistemare nei nostri territori.

Per dire e pensare queste cosa non è necessario essere papa Francesco o missionari religiosi o laici. Basta essere contribuenti, elettori, cittadini di un qualunque Paese ricco, dove magari ci sono anche politiche che  non accolgono i disperati che arrivano alle nostre frontiere dopo avere pagato traghettatori della delinquenza internazionale e locale.

E vergognarsi di appartenere ad una comunità che ANCORA, come nei secoli passati, vive sulla disperazione che il nostro modello di sviluppo e di vita induce in gran parte del mondo.
Vergogna - è bene ripeterlo – laica e costruttiva. Che ci deve far pensare e vivere i nostri giorni pandemici solo come una piccola esperienza, per far capire a chi ci continua ad alimentare questa vergogna che siamo ancora in tempo prima di esplodere.


1 – domani, per i più pigri, c’è anche la Rai piena di servizi speciali dedicati a ricordare cosa sia e cosa faccia la Fao.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc