#Fusaro o della #questione_meridionale

Nonostante non sia stato eletto la provocazione del filosofo Diego Fusaro, quale candidato-sindaco di Gioia Tauro, rilancia dopo più di 100 anni la questione meridionale. 

 

La storica problematica una volta per tutte può essere affrontata per colmare un gap che è e rappresenta l’unico modo per una opportuna compensazione che riduca il divario in termini sviluppo economico e crescita sociale in una Italia a più velocità. Questa è l’unica e consapevole svolta ove ci si voglia orientare verso un orizzonte di speranza. Ma oltre la suggestione, per non cadere nell’ennesima trappola di una nuova illusione, vi si scorge un progetto in linea con quanto prefissato dal filosofo illuminato ove, con parole precise, inquadra ‘Il programma di governo di una rivalorizzazione della cultura e di una difesa del territorio contro l’interesse globalista che finora prevale in tutta Italia.

Lanceremo nuovi progetti culturali. Impossibile non parlare della ‘ndrangheta, – che il candidato sindaco definisce “solo sopraffazione. Gioia Tauro ha bisogno di ripartire dalla cultura e dalle sue radici. E’ uno dei luoghi più complicati d’Italia – ha aggiunto – in cui esiste una mafia pervasiva e un tessuto sociale sfilacciato.

Se riusciamo a rigenerare questo posto, allora vuol dire che i nostri semi potranno attecchire ovunque.” Parole forti e significative che rappresentano una sfida, seppur temporaneamente persa, che va ripresa da una politica illuminata che potrebbe essere interpretata da #Nello_Musumeci.

 

#Rino_Nania