
Si susseguono le notizie di ragazzi che, dopo aver sostenuto gli scritti previsti per l’esame di maturità, fanno volontariamente scena muta all’orale. Semplicemente questi ragazzi decidono di non sostenere la prova orale sebbene prevista esplicitamente.
Scelta che apre a critiche e crea un divario tra chi sostiene questa scelta e chi la critica e perora la necessità di bocciare i ragazzi.
Occorre fare, quindi, una distinzione tra ciò che prevede la Legge e cosa moralmente sarebbe corretto fare.
La possibilità di non rispondere alle domande della prova orale e, quindi, di fare scena muta, è contemplata dal nostro ordinamento ed è per questo che i ragazzi non potranno essere bocciati.
L’art. 18 del D.Lgs 62/2017, che disciplina l’esame di Stato, prevede che ogni prova scritta valga 20 punti e che il colloquio orale ne valga altri 20.
40 punti, sempre sulla base del medesimo articolo, sono riservati al credito scolastico maturato negli anni precedenti e 5 punti, ovvero il c.d. BONUS, sono riservati a chi ottiene almeno 50 punti nelle prove e 30 di credito.
Per superare l’esame di Stato bisogna raggiungere il minimo punteggio di 60, pertanto a un ragazzo, per evitare la bocciatura, basterà ottenere 30 punti tra prove e colloquio e altri 30 di credito. Se il punteggio minimo è raggiunto, la scena muta non basta per bocciare lo studente. La bocciatura è prevista solo nel caso in cui lo studente manifestasse chiaramente l’intenzione di “non collaborare” o di voler “boicottare” l’esame.
Ebbene nessun ragazzo sarebbe così folle da esporsi ad un tale rischio potendo limitarsi a rimanere in silenzio.
Alla luce dell’attuale previsione legislativa, la condotta tenuta dai ragazzi è giuridicamente legittima in quanto, se si volesse superare questo stallo, sarebbe necessario attivare tutto l’iter necessario per cambiare la Legge attualmente in vigore.
Da un punto di vista morale, almeno per chi scrive, la condotta è assolutamente risibile poiché non porta assolutamente a nulla.
Se si vuole un cambiamento, allora è necessario ottenere una condotta attiva e non semplicemente rifiutare di tenere un comportamento perché si sa di aver comunque ottenuto il risultato voluto!
Sara Astorino, legale, consulente Aduc