Diritto & rovescio: … indugiare sulla #giustizia

I casi sono sotto gli occhi di tutti e in uno Stato di diritto sarebbe l’occasione propizia di soffermarsi per qualche puntuale riflessione. Brusca e un presunto ‘processuale’ #pentimento, Stresa-Mottarone e la esiziale #funivia e ILVA con l’#inquinamento_morale e non solo ambientale dovrebbero spingerci in questa direzione…

Ecco che, nell’esplicare limiti e confini della materia sottoposta all’attenzione di tutti, dovremmo chiarirci su cosa intendere giusto, non in assoluto, ma relativamente ad dimensione etica ed estetica di istituzioni che dovrebbero esse rette per #costituzione_naturale da senso pratico e visione valoriale, che dovrebbero appartenere a tutti i consociati per dare linfa ad un consenso informato e diffondere fiducia anche nel riconoscere errori e mettere mano a necessari rimaneggiamenti legislativi.
Qualche tarlo si insinua nei celebrati plessi dell’#agire_umano, che si rinviene nei legami e nelle relazioni umane e che si qualifica nei momenti in cui gli interventi di un’azione, ispirata a visioni istituzionali coerenti, deve e/o dovrebbe confrontarsi con la disposizione naturale agli #errori, sì da condurre e/o accompagnare a una sorta di necessaria perfettibilità e/o correzione della regolazione normativa.
A tale riguardo l’articolo di #Giordano_Bruno_Guerri (pubblicato su “Il Giornale”), aiuta la comprensione, in via ulteriore, e favorisce l’approfondito discernimento per uscire dalle #arbitrarie posizioni di legulei e giureconsulti, ovvero di politici ciechi o troppo furbi, atteso che la delicatezza della materia deve e/o dovrebbe fornire ispirazioni creative per appropriate riforme. Così da evitare di ledere irreparabilmente quel tessuto fiduciario che serve a irrobustire la convivenza civile e non certo a rendere più fragile l’appartenere ad una società alla stregua di una moltitudine non certo da intendere come ammasso informe per dare sfogo a una violenza irredimibile.
Da qui, ove ingiustificatamente propagata e tollerata, la violenza o la mancata giusta punizione della stessa rischia di farne derivare una guerra permanente, contraddicendo, in via definitiva, quella pace perpetua di kantiana memoria che dovrebbe disporre la mente collettiva ad un ordine pubblico interno per coniare e connettere nuovi e attuali paradigmi con effetti migliorativi. Qui, come dice #Kant, “Infatti non è in gioco il miglioramento morale degli uomini, ma si tratta di sapere come si possa utilizzare il meccanismo della natura per organizzare il conflitto dei sentimenti non pacifici…”.
Così che la riflessione appare obbligatoria per la #tenuta di un assetto complessivo che va fortificato, senza che possa albergare in noi una diffusa e #pericolosissima indifferenza.