DE LUCA: È TUTTA UNA FARSA (IN TRE ATTI). CITTÀ UMILIATA

Messina – Quello a cui abbiamo assistito nelle ultime ore può essere definito solo con una parola: farsa. L’ennesima sceneggiata sulla pelle di una città ormai stanca.

Atto Primo: il brindisi. C’è da rimanere esterrefatti di fronte ad un vero e proprio festeggiamento legato alle dimissioni dalla carica di primo cittadino. Ci domandiamo cosa De Luca ci trovi da festeggiare, ridere e scherzare, con i suoi assessori e i suoi sodali, nel momento un cui abbandona una nave che non si trova in un porto sicuro ma nel pieno di una complicata navigazione – tra dissesto finanziario possibile  e piano di riequilibrio sospeso – di cui la rotta è tutt’altro che chiara.

Atto Secondo: le dimissioni della Giunta. L’aver obbligato tutti gli assessori a presentare le proprie dimissioni pochi minuti prima che le sue diventassero irreversibili, racconta di una gestione proprietaria della politica da parte di De Luca, secondo cui non siamo di fronte a soggetti autonomi ma al massimo a collaboratori. Va evidenziato che tecnicamente la Giunta decade insieme al Sindaco dimissionario, quindi si è trattato di un gesto meramente dimostrativo a sostegno della volontà del capo. Con un aggravante che le dimissioni, in particolare di chi aveva il ruolo di vicesindaco, lasciano un sostanziale vuoto politico-amministrativo fino all’insediamento del Commissario Regionale, che si spera arrivi il prima possibile e sia una persona altamente competente.

Atto terzo: la designazione del candidato. Anche in questo caso siamo di fronte ad una concezione tutta deluchiana della democrazia. Il concetto di successione attiene ad altri regimi che non a quello vigente nel nostro paese. E poi, dopo tutti questi mesi a ripetere che avrebbe scelto un esponente della Giunta, alimentando le aspettative di qualche assessore (a cominciare dalla Vicesindaco Carlotta Previti all’assessora Dafne Musolino), la decisione è caduta su un soggetto del cosiddetto cerchio magico. Un fedelissimo. Perché per De Luca è la fedeltà al capo l’unico e vero punto di arrivo e di partenza per ogni valutazione. Abbiamo, poi, la netta sensazione che Federico Basile possa essere un candidato “finto” da tenere in piedi qualche settimana, nel frattempo che si chiarisca il quadro regionale, cosi da consentire a De Luca di compiere le sue scelte e magari pensare di ricandidarsi egli stesso alla carica di Sindaco o di inventarsi qualcos’altro. Valuterà De Luca e deciderà in base alla maggiore utilità politica, per sé.

È di tutta evidenza, in ogni caso, che Federico Basile, da oggi ufficialmente candidato a Sindaco, dovrebbe immediatamente dimettersi dal suo incarico di Direttore Generale del Comune di Messina, invece di presentarsi oggi nel suo ufficio come se nulla fosse cambiato. Innanzitutto perché nominato con Determina Sindacale e quindi ascrivibile a una nomina fiduciaria del primo cittadino oggi dimesso ma soprattutto perché è politicamente inopportuno che rimanga nella stanza dei bottoni in un ruolo strategico e contemporaneamente si dedichi alla campagna elettorale. Se non si dimetterà spontaneamente, il problema sarà posto con forza al Commissario.

Inoltre le dimissioni di Cateno De Luca pongono fine ad una prassi consolidata, in questi tre anni e mezzo, di viaggi di accompagnamento da Fiumedinisi verso il Comune di Messina e viceversa, indipendentemente dalla sua residenza ufficiale, con un notevole costo per le casse comunali visto l’impiego di ben tre uomini scorta oltre l’auto blu. Messina ha bisogno di una nuova classe dirigente, per superare questa fase buia, capace di ridare speranza e prospettiva alla città.

 

Domenico Siracusano

Segretario Provinciale Federazione Articolo Uno Messina