Coronavirus e il conto che dovrebbe pagare la Cina

Una tassa annuale del 20% per 5 anni su tutte le merci provenienti dalla Cina. Un dazio doganale che permetterebbe di mitigare i danni che la Cina ha provocato con la pandemia da Coronavirus.

La presenza virale in Cina era tale fin dal novembre dello scorso anno. Invece di allertare il Mondo, hanno preferito tacere e nasconderla.
La prova la fornisce il medico cinese Li Wenliang che, nel dicembre scorso, lanciò l’allarme ma fu costretto a firmare una lettera nella quale ammetteva di aver detto il falso. Il dottor Li fu, anch’esso, vittima dell’infezione virale.

La Cina sottovalutò la gravità della situazione sanitaria e avviò una campagna di travisamento sull’origine del virus, con l’accusa ai Paesi occidentali, in particolare agli Usa, di averlo prodotto in laboratorio. Contestualmente la Cina ha avviato una campagna mediatica di enfatizzazione degli aiuti sanitari al nostro Paese. Mentre si sottacevano gli aiuti dei Paesi occidentali (100 milioni di dollari dagli Stati Uniti, 1 milione di mascherine dalla Francia, altrettante dalla Germania, ecc.) i nostri media, in testa la RAI,  evidenziavano quelli cinesi.

Una azione preventiva e di comunicazione della Cina avrebbe evitato, o fortemente limitato, la diffusione virale e, oggi, non ci saremmo trovati con una pandemia che ha provocato migliaia di morti e messo in ginocchio le economie europee.

La responsabilità è tutta cinese e chi deve pagare il conto è la Cina.

Lo proponiamo alla Ue, competente per l’applicazione dei dazi. E’ ora di svegliarsi e non subire senza reagire.