Controlli Green Pass. Cedere alla categorie per il male di tutti?

La ministra dell’Interno è stata precisa: agli esercenti deve essere richiesto il Green Pass ma non il documento d’identità. Ora dovrà essere emanata una circolare e relativa faq sul sito del ministero…. Ci eravamo un po’ disabituati al governo delle faq (Conte1 e Conte2)… ma ne prendiamo atto con tristezza.

Quindi avremo una faq che incentiverà i margini di discrezionalità della legge *. E siccome anche ai ristoratori “la fame vien mangiando”, ci immaginiamo cosa accadrà… con relativo incremento dei pass falsi e, soprattutto, della diffusione dei contagi. Chissà come saranno attribuite le responsabilità in caso di focolaio… sarà tragicamente divertente.

Un provvedimento che è pari con quello che ha consentito ai ristoranti degli alberghi di ospitare chiunque, anche senza Green Pass, basta che sia cliente dello stesso albergo (per dormire in albergo la legge non prevede il lasciapassare verde).

 

E vedremo nei prossimi giorni quanti altri provvedimenti saranno presi. Non ce ne stupiremo e, soprattutto, facendo in molti (media inclusi) il callo, le attenzioni saranno sempre più marginali.

 

Dietro questi aggiustamenti (che sono altra cosa dalle interpretazioni, che è bene ci siano) ci sono sempre le categorie economiche, quelle che già dal primo lockdown dell’anno scorso hanno sempre contestato qualunque provvedimento fosse lesivo dei propri commerci. Per il punto a cui siamo oggi con la pandemia, si può dire che queste categorie avessero ragione?

Il virus ringrazia.

* dl 111/2021 del 7 agosto in cui si ribadisce il dpcm 17/06/2021 che, in attuazione del primo decreto sul Green Pass (dl 52/2021) ha dettato le tecniche di controllo anche per gli esercenti, e all’art.13 comma 4 prevede che l’esibizione del documento dovrà avvenire “a richiesta dei verificatori”. Espressione che non sembra porre obbligo per gli esercenti, ma lasciare margine di discrezionalità.

 

Vincenzo Donvito, Aduc