Il provvedimento Antitrust (1) verso Ryanair, indipendentemente da come andrà a finire visto che il vettore irlandese ha presentato ricorso (2), propone un’attenta riflessione su cosa sta succedendo nel trasporto aereo, e non solo, italiano.
Antitrust ha sanzionato Ryanair perché avrebbe messo in atto pratiche commerciali scorrette verso le agenzie di viaggi, abusando della sua posizione dominante nel trasporto passeggeri (40% del mercato italiano).
Ma come, Antitrust che non ha mai detto o fatto nulla per evitare la posizione dominante di Ryanair, che non è maturata all’improvviso ma è frutto di 26 anni (da maggio 1998) di attività… Antitrust si fa sentire solo ora, ma non per dire che il dominio del mercato al 40% sarebbe anomalo, ma per dare seguito ad una denuncia delle agenzie di viaggi… e dire -sostanzialmente – a Ryanair che se vuole continuare con questo 40% (in crescita) dovrebbe comportarsi come un “buon padre di famiglia”, accontentando tutti quelli che “mangiano al suo desco”.
In Italia è stato molto protagonista il capitalismo familiare. si pensi ad Agnelli-Fiat e i suoi debiti pagati sempre dallo Stato mentre i profitti venivano privatizzati… ma, dopo che la famiglia Agnelli ha messo a ben rendere i propri profitti spostandosi in Stellantis (il cui metodo col cappello in mano verso lo Stato italiano, non lo ha perso), la “lezione” non è stata assimilata.
Ryanair, ai primi accumuli di capitale e familiarizzazione coi metodi del Belpaese, ha rivitalizzando aeroporti e destinazioni, facendone nascere alcune fino ad allora improbabili. La compagnia di bandiera Alitalia, nonostante le sue tragiche gestioni e anche dopo la trasformazione in Ita Airways, non ha mai azzardato una politica come Ryanair. Quest’ultima prende soldi per se stessa da amministrazioni locali e centrali, entusiaste del prestigio dovuto alla presenza del trasporto aereo. Alitalia/Ita, invece, doveva/deve fregiarsi della sua italianità per pagare i boiardi di Stato che l’amministrano e i lavoratori in perenne disagio per l’incapacità, sempre dei boiardi, di gestione sindacale.
Mentre Alitalia/Ita lavora sul prestigio e la bellezza del tricolore italiano (e alcune rotte, pur se fuori mercato, sono operative per questo), Ryanair fa business e attrae sempre più passeggeri (lasciando briciole ad altri vettori “fratellini” minori)… ed arriva al 40% – in crescita – del mercato. Nessuno, tra passeggeri, che spendono meno che non Alitalia/Ita, e istituzioni locali che – tra prestigio e ricadute economiche – hanno il proprio tornaconto. Tutti contenti e soddisfatti… vuoi mettere l’aeroporto, prima solo per club, di quella o quell’altra piccola città, complice anche il disinteresse dell’altro mastodonte di Stato dei trasporti (questa volta su ferro, Trenitalia) che con l’alta velocità avrebbe potuto fare seria concorrenza ai voli.
In questa non-politica della mobilità (responsabile Parlamento, governo e ministeri ad hoc), ecco che arrivano le agenzie di viaggi che, trattate male da una Ryanair arrogante per il proprio potere, si rivolgono ad Antitrust. Che mette in piedi un provvedimento che, al netto di pressioni politiche e amicali tipiche della politica (anche turistica), non regge. Ryanair dice che i suoi servizi li vende – e come vuole – a chi gli pare e piace, e fa ricorso facendo notare che i tribunali italiani, in altre occasioni, gli avevano già dato ragione… ma nulla dice (meglio non stuzzicare) sul 40% del suo dominio, consapevole che sarebbe proprio quello il suo punto debole, per come ci è arrivato nella “distrazione” generale, altroché la non-condivisione di briciole del proprio business con le agenzie di viaggi.
Questa riflessione dovrebbe/potrebbe servire – facendo tesoro di errori e “distrazioni” – a mettere in atto politiche di mobilità di interesse nazionale, senza differenza tra piccoli e grandi centri, tra nord e sud. Facendo anche tesoro degli squallidi errori fatti per il ponte di Messina, dove la frenesia di propaganda, consenso e potere è prevalsa su basi tecniche, economiche e normative per un opera… sì di grande importanza, ma che oggi è diventata solo una barzelletta.
1 – https://www.aduc.it/articolo/voli+aerei+caos+mercato+grazie+anche+antitrust_40408.php
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc
