Chiacchere da bar : Un po’ picciotto e un po’ brigatista. La speranza come tattica di vita

“Il cervello di un uomo fatto, non può cambiare dopo che uno ha quarant’anni. Io pure che non ce n’ho manco trenta, ho fatto certe cose che certe volte mi sento mille anni, no quelli che c’ho. E se il cervello mi ha detto di fare delle cose, se io le palle ce l’ho, non mi potrà mai venire di dire ‘mi sono sbagliato’. A meno che”, aggiungeva di soppiatto, “uno non capisce che gli conviene. Che non ce la fa più per la vergogna, o perché la gente lo guarda troppo male, o perché vuole bene a qualcuno che lo vuole vedere che cambia. Allora uno fa finta, e dice ‘sono cambiato’. Ma le persone non cambiano.”

“Però possono cambiare le cose. Possono migliorare. E se migliorano, allora le ragioni che ti fanno fare certe cose non esistono più, e puoi smettere.”
“Ma che cambiare… pure le cose sono sempre ferme. Non le puoi cambiare, puoi solo diventare più forte delle cose. Nasci, cresci, e devi accettare tutto quello che accettano gli altri. Poi dentro ti puoi sentire il fuoco che si ribella, ma che cazzo ci fai? Te lo devi tenere, oppure puoi diventare criminale e cambiare le cose che ti interessano, quelle che c’hai vicino. Puoi far campare bene la famiglia, puoi pensare che il futuro ce l’hai pure tu.”
Il picciotto e il brigatista – Fazi editore