Chiacchere da bar: A PROPOSITO DI QUEI PROFESSORI CHE SI PROFESSANO ETICI E POI… SOTTO SOTTO SONO DEI CIALTRONI

Se loro vogliono essere i primi io allora sono l’ultimo.

Il potere non é un privilegio e il comando degli uomini é esempio.

Al di fuori di questa linea io mi ribello.

Ultimo

Messina – Da sempre mi misuro con l’handicap che l’onestà trasmessa dalla mia famiglia mi ha portato in dono. Abituato sin da piccolo a lottare e a non compiangermi, posso dire di aver avuto fin qui una vita “normale”, di sicuro ricca di soddisfazioni: non mi sono lasciato chiudere in un ghetto dal dover girare senza una scorta nonostante pericolosi mafiosi hanno minacciato di chiudermi la bocca senza che le Istituzioni preposte facessero nulla per tutelarmi, anzi…

Ma che cos’è “una città per tutti”? E’ un luogo in cui chiunque, dico chiunque, può realizzarsi facendo il lavoro che ha sempre sognato? E’ un luogo dove chiunque può entrare in un “Palazzo” ed essere ascoltato e aiutato in maniera lecita, ovviamente, senza dover ricorrere a raccomandazioni? E’ un luogo dove prendere un treno non diventa un’impresa sovrumana?
E’ un luogo dove ciascuno possa orientarsi agevolmente, aiutato da sistemi tecnologicamente all’avanguardia, ma ancor di più dalla cortesia consapevole delle altre persone? E’ un luogo dove una persona con disabilità può andare a fare la spesa senza che diano il resto al suo accompagnatore? E’ un luogo dove essere “diverso” non è una colpa, ma una risorsa per tutta la società?
Il rapporto causa-effetto è una forma di superstizione, ebbe a dire Bertrand Russell. Allora, per consolarci, abbiamo rovesciato i termini, inventando il rapporto effetto-causa. C’è un fatto, un “effetto” da qualche parte? Allora dietro ci deve essere una causa. Una causa sociale, naturalmente.