MESSINA ARTE & CULTURA, IMG PRESS INTERROGA MIRELLA MIGLIORATO

Una buona testa e un buon cuore sono sempre una combinazione formidabile avrebbe detto di lei Nelson Mandela perché proprio la dualità tra sentire e pensare – concetti che non si escludono a vicenda, tutt’altro – sono il filo conduttore nella vita della protagonista della nostra storia: Mirella Migliorato. Mirella nata a Messina, diploma artistico sezione di moda e costume teatrale, e in seguito una specializzazione in grafica pubblicitaria.

Ricopre per diversi anni la carica di art-director, presso una agenzia pubblicitaria. L’abbiamo incontrata nello sforzo di innescare uno scambio virtuoso fra la nostra irriverenza nel raccontare i fatti e la sua creatività, ovvero i fenomeni della vita contemporanea, e il pensiero, ovvero i principi della cultura con la C maiuscola al fine di alimentare e stimolare una riflessione che accomuna gli artisti sui temi fondanti della nostra civiltà.

L’intuizione di fondo, di fortissima attualità, è che per vivere consapevolmente il tempo presente, con tutte le sue sfide, è necessario un pensiero di fondo, capace di fecondarlo, orientarlo, arricchirlo, dargli spessore.

 

Mirella il ruolo dell’arte nella tua vita?

L’arte ha valore catartico, è libertà e liberazione temporanea dalle passioni. È un bisogno la libertà: sperimentare nuovi percorsi. Libertà come desiderio e paradigma, condizione personale e necessità massima, uno stato che svincola dal reale per condurre verso i luoghi dell’utopia. La volontà di allontanarsi dai veti e tabù che incatenano alle obbedienze. Essa è un continuo rinnovarsi perché la posta in gioco è la possibilità di una vita felice. Oggi è difficile essere un artista perché paradossalmente, non esiste più nessuno ostacolo alla possibilità che chiunque si dichiari “artista”.

Se dovessi spiegare a qualcuno il tuo stile?

Sono un pubblicitario e il mio stile di vita dunque anche nell’arte è POP. “La pubblicità non è una scienza. È persuasione. E la persuasione è un’arte “.
(Bill Bernbach)

Dunque nelle mie opere cerco di essere persuasiva non di emozionare, l’emozione non è la sua funzione primaria e principale. Per me l’arte è innanzitutto pensiero.  Poi può anche arrivare l’emozione, ma non necessariamente. Per essere considerata un’opera d’arte, qualsiasi creazione di un artista deve contenere un concetto, un pensiero, non è sbagliato emozionarsi davanti a un dipinto, al contrario: ridi, piangi, urla, arrabbiati, offenditi, fai di tutto davanti a un quadro, fuorché rimanere indifferente. Lo scopo di un’opera d’arte non è quello di farci emozionare, ma quello di farci ragionare.

Cosa ti differenzia dagli altri artisti?

Ogni artista ha la propria arte e il suo stile. Un’opera d’arte è personale o almeno lo dovrebbe essere. Le  opere vengono giudicate attraverso il filtro delle proprie emozioni, quindi ciò che è arte per uno può non essere arte per l’altro. L’obiettivo finale della pubblicità è vendere: un prodotto, un servizio, un’idea, un partito politico. L’obiettivo finale dell’arte è far ragionare. L’arte è innanzitutto conoscenza e per quanto da un certo punto di vista anch’essa sia strettamente legata alla vendita, non è quello l’obiettivo primario che un’artista si pone quando si mette al lavoro. L’artista interpreta la realtà, esprime un pensiero, contribuisce a formare una coscienza. La vera arte ci insegna ad avere idee proprie, a costruire un personale pensiero critico. Il linguaggio dell’arte è universale. Non esistono lingue o barriere. Non trovo nulla di più affascinante.

La prima cosa che dici quando finisci un progetto?

Ascolto se sono felice, se lo sono , significa che sono coerente con l’ordine dell’universo, ovvero ciò che si oppone al caos; le nostre emozioni sono un aiuto, sono fonte di grande intuizione e grande saggezza, bisogna solo imparare ad ascoltare.

Un’icona del passato?

Ammiro il lavoro di molte persone del passato, del presente, nei settori più svariati e ne traggo ispirazione.

Il colore preferito?

A pari merito amo il rosso e il viola.

Messina come la rappresenteresti e perché?

Consideriamo Messina con la sua storia e con i suoi eventi come un prodotto da vendere:

La miglior forma di persuasione è quella in grado di sedurre e stabilire un alto grado di empatia. Una campagna pubblicitaria, qualunque sia l’entità del progetto o dell’evento viene costruita senza trascurare i più piccoli dettagli.

Non si tratta soltanto di incentivare all’acquisto o far accorrere quanta più gente è possibile: la pubblicità influenza le nostre vite quotidiane in molteplici aspetti. Prendiamo come esempio le locandine promozionali degli eventi, spesso ne ho viste avere una grafica approssimativa e confusa priva di gerarchia visiva e addirittura scadere nel pacchiano, questo rimanderà ovunque essa verrà pubblicizzata e vista l’immagine di una identità territoriale e politica del tutto conforme al piccolo manifesto. Il design è molto più una scienza che un’arte, per questo è sempre opportuno lasciarlo ai professionisti. Alcuni errori, infatti, rendono nel tempo gli eventi privi di memoria come patrimonio cittadino. Comincerei da qui, dalla base, una perfetta comunicazione e immagine di chi siamo.

Quanto siamo amanti della cultura e quanto fingiamo di esserlo?

La cultura ha bisogno di spiriti liberi e incorruttibili, capaci di ritrovare la gioia della vera sapienza, quella che non opprime, ma accoglie la diversità e pratica il compromesso. Le azioni svelano la finzione e l’approssimazione, sempre.

Incontri per caso il sindaco Federico Basile che cosa gli chiederesti?

-… Egregio, dall’alto della sua statura scorge nuovi orizzonti?

 Cosa faresti per migliorare gli spazi artistici e i luoghi d’incontro per i giovani?

Nelle città europee e italiane sono presenti luoghi accoglienti e democratici nei quali si svolgono attività culturali che possono essere intese come una forma avanzata di welfare, inclusiva e abilitante, alla quale possono partecipare attivamente persone con storie e risorse differenti. Talvolta si tratta di strutture specializzate per la fruizione della cultura (biblioteche, musei, case della città), gestite e organizzate in modo innovativo. In altri casi, di strutture ideate da gruppi e associazioni per coniugare socialità, cultura ed economia, e gestite in modo indipendente. Nelle città si trovano anche molti luoghi abbandonati e sotto-utilizzati, pubblici e privati, che potrebbero ospitare attività culturali e sociali. Potrebbe essere un punto di partenza anche per Messina.

L’errore più evidente nel gestire la cultura?

Non avere idee innovative occupando un ruolo che dovrebbe essere destinato ad altri.

Dicono che imparare a fallire sia una delle vie per migliorare: dai tuoi fallimenti cosa hai tenuto dentro?

I fallimenti non esistono, ogni esperienza della vita contribuisce alla crescita interiore e a creare riferimenti utili per il futuro.

Prossima tappa?

Continuare a viaggiare, studiare, attingere e imparare.

 

Foto n 1- ”Bubble gum ”, cm100 x100 -Tecnica mista su tela

Foto n 2- ” Brodo di rana” cm 100 x80x15 -Tecnica mista su tela

 

Foto n 3- ”Chupa chups versatile ” cm 68×30 -Tecnica mista su tela

 

Foto n 4- ” Sushi service” cm 120 x80 -Tecnica mista su tela