Calcio, sci, ecologia, diritti umani. Come stiamo preparando le ‘nuove russie’

Si stanno avvicinando i mondiali di calcio in Qatar (1), e c’è un diffuso silenzio su cosa ha significato e significa dare credito a Paesi in cui i diritti umani e ambientali sono negati (2).

Proprio lo scorso 4 ottobre il Consiglio Olimpionico dell’Asia (OCA), riunito a Phnom Penh, ha deciso che la Coppa del mondo dei giochi invernali asiatici si terrà nel 2029 in Arabia Saudita. Più precisamente nella città di Neom, una megalopoli futurista in costruzione nel nord ovest del regno, dopo aver creato “un’atmosfera invernale nel cuore del deserto” (3).

Anche in questo caso, come per il Qatar si pone lo stesso problema: diritti umani e ambientali. Questioni sulle quali c’è poco da chiosare, ché sono fatti e tragedie noti a tutti e che, in questo momento di crisi energetica mondiale, la trasformazione di un deserto viene più all’occhio per assurdità e spreco, in un mondo in cui si muore ancora per fame e per epidemie.

Questi due eventi in Qatar e Arabia Saudita sono occasione per riflettere, soprattutto alla luce degli avvenimenti in corso con l’invasione russa dell’Ucraina.

Con la guerra dell’armata di Putin abbiamo forse imparato che dar credito e fiducia a regimi autarchici dove sono negati i basilari diritti degli individui, non porta vantaggi. Le politiche dei decenni passati in cui abbiamo (italiani ed europei) affidato i nostri approvvigionamenti energetici al regime di Putin, non sono servite a intersecare i nostri regimi “occidentali” con quelli autarchici, ma a far sì che questi ultimi avessero una potente arma di ricatto nei nostri confronti… e la stanno utilizzando.

Imparata (?) questa lezione  ora abbiamo davanti a noi queste scadenze (forse ce n’è sfuggita qualcuna) che comunque presuppongono riconoscimento, fiducia e investimenti su questi regimi:

– 2022 (novembre/dicembre) coppa del mondo di calcio in Qatar

– 2023 Coop28 sul clima a Dubai

– 2029  Coppa del mondo dei giochi invernali asiatici in Arabia Saudita

– 2031 Summit dei diritti umani in Corea del Nord Tutti Paesi in cui i diritti individuali e umani, nonché gli scempi ambientali che compromettono l’equilibrio del Pianeta sono in corso e, per il momento, non ci sono segnali di cambiamenti.

Certo (modello ONU), dobbiamo convivere con tutti e accettare tutte le diversità, incluse (oltre le vicende guerresche europee) quelle che oggi fanno “arrabbiare” le donne e gli uomini di Iran e Afghanistan, fanno strage di popoli (Uiguri, tibetani e non solo) in Cina, fanno genocidio dei Rohingya in Myamar e tanti altri (4)? Cioè dobbiamo accettare diversità che sono l’opposto di quel modello di vita che fa sì che si possa vivere meglio, liberi e più a lungo, e che tutti ci invidiamo tanto da rischiare la vita per farne parte (migranti)?

Nello stesso tempo, continuiamo ad accettare, per esempio, che la quasi totalità della nostra elettronica e delle basi del nostro abbigliamento e utensili domestici e non solo, sia nelle mani di Paesi come Cina e affini. E poi il petrolio dei vari Paesi arabi.

Quest’accettazione delle diversità e dei prodotti di questi Paesi, piuttosto che combatterla, non ha portato alla tragedia che stiamo vivendo nei rapporti con la Russia per la questione energetica e non solo?

Tutto questo c’entra con i campionati di calcio in Qatar e con l’elenco dei vari eventi mondiali che abbiamo riportato.

Quante “Russie” ci stiamo preparando per i prossimi anni? E quanti, amanti del calcio per l’evento più prossimo in Qatar, sono disposti a far finta che tutto ciò non esista?

Vincenzo Donvito Maxia

 

 

1 – dal 20 novembre al 18 dicembre

2 – https://www.aduc.it/articolo/mondiali+calcio+qatar+boicottare+spettacolo+appello_35231.php

3 – https://www.aduc.it/notizia/coppa+mondo+giochi+invernali+asiatici+2029+arabia_139117.php

4 – tutti metodi che i nostri Paesi “occidentali” avevano già sperimentato in passato con, per esempio, gli indiani pellerossa in America del Nord, i vari popoli “spagnolizzati” del centro e sud America, i Maori in Nuova Zelanda, gli aborigeni in Australia, i kanaky in Nuova Caledonia, i vari popoli africani (e non solo) sottomessi a francesi, portoghesi, spagnoli, olandesi, belgi, inglesi, etc … e che oggi, grossomodo, sono superati da un umano approccio degli “occidentali” ai diritti individuali.