Bonafede, la relazione sullo stato della giustizia e l’abolizione della prescrizione

Dobbiamo evitare che i colpevoli siano agevolati dai tempi lunghi dei processi e quindi siano assolti per decorrenza dei tempi.
Così il M5S propose, e il governo Conte 1 (M5S-Lega) approvò, la legge sulla abolizione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio.
Sarà utile? No. E' utile solo a soffiare fumo sugli occhi dei creduloni di turno.

La prescrizione significa che un reato non è più perseguibile dopo un determinato periodo. Dopo quanto tempo scattava la prescrizione?

Vediamo, prendendo ad esempio alcuni reati: 
a)  Corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio: 15 anni;
b)  Rapina: 25 anni;
c)  Furto in abitazione: 12 anni;
d)  Inquinamento ambientale: 25 anni.

La domanda, che qualsiasi persona di buon senso pone, è la seguente: sono sufficienti 25 anni per svolgere un processo a una persona accusata di rapina? E 12 anni per corruzione e 25 anni per inquinamento ambientale? 
La risposta è semplice: sì, sono più che sufficienti e, se in tale periodo non si arriva a sentenza definitiva, significa che c'è un problema che riguarda l'amministrazione giudiziaria. 

Invece, il governo Conte 1, con l'abolizione della prescrizione, non ha posto limite alla durata di un processo. 
Insomma, fine processo mai.

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, depositerà una relazione al Parlamento sullo stato della giustizia. Se fosse un ministro della Giustizia dovrebbe annunciare la cancellazione della legge sulla abolizione della prescrizione. Purtroppo, abbiamo un Bonafede e un premier che, subito dopo il crollo del ponte Morandi, aveva dichiarato che non si potevano attendere i tempi della giustizia. Già, ma con l'abolizione della prescrizione i tempi della giustizia li ha dilatati all'infinito.  
 
Primo Mastrantoni, segretario Aduc