Ogni #19 luglio…

A questa data ogni anno ci propinano cerimonie, discorsi e passerelle per un anniversario tragico: la morte di #Paolo_Borsellino.

A intermittenza redivivi ricordi si colgono in quella ‘immaginetta’ che è divenuta sacra. Nella memoria cristallina si staglia un esempio per quanto di buono può derivare e può essere ispirato.

Ma questo non basta.

Il ricordo rimane impalpabile ed assolutamente astratto, quando ogni giorno assaliti da mille dubbi, mille mafie, ci accorgiamo che troppe consorterie, anziché gli interessi generali, anche laddove sono obbligati a farlo, perseguono, utilizzando anche strumenti istituzionali, interessi di gruppi ri-stretti e/o individuali.
Sempre più spesso le notizie di questi giorni affastellano sprechi, ruberie, procedure accantonate, inerzie colpevoli, complicità strane sempre fruttuose per i poteri forti e per nulla trasparenti a discapito del cittadino qualunque.
Ecco che in simili circostanze l’esempio di Borsellino rimane senza effetti.
Resta infruttuoso. Si vanifica.
Così nello scoramento assistiamo all’assenza dello #Stato, perché per esserci uno Stato ci deve essere una cultura che ispiri una sensibilità in grado di cambiare la società, laddove l’impegno di ciascuno conduce a dare qualità alle istituzioni, fiducia nelle relazioni e forza autorevole.
Ed invece come dice Gianfranco #Viesti, economista di Bari e conoscitore profondo di ciò che accade al sud, “E’ così plateale, clamoroso ingiustificabile questo doppio corso, la doppia politica, la doppia morale pubblica.”.
Così #tutto_un_po’ si riduce in un #nulla, perché la doppia verità relativizza senza dare vigore alle posizioni ed ai ragionamenti, facendo scaturire interpretazioni vuote, che poggiano su parole insignificanti.
Bello ci appare, in tale senso, il Re #Salomone, nel sapienziale suo ruolo, che con una suggestione solleticava la nostra attenzione, ove profferiva: ”un uomo che pensa di poter risolvere una lite su un bambino intero con due mezzi bambini non sarebbe nemmeno capace di ripararsi dalla pioggia”.
Il quadro fornisce e rappresenta l’inconsistenza astratta, quel modo surreale di pensare a risolvere problemi senza immaginare le soluzioni: un approccio sprovvisto di senso di realtà.
Ebbene sulle cerimonie negli anniversari siamo giunti a questa conclusione che ci vede tutti corresponsabili perché complici di una logica ‘stravagante e sbracata’ quella che vuole lo Stato ad uso e consumo personale, diligenza da assaltare, luogo da gestire domesticamente; non certo momento di sintesi fruttuosa in cui coniugare autorità e autorevolezza, bellezza e piacere di assistere a un orizzonte i cui #valori ispiratori vedano in #Borsellino non solo un eroe, un’eccezione, bensì una regola condivisa perché rispettata, osservata ed un esempio di condotta quotidiana di uomini e Istituzioni.
Rino Nania