Teatro, festa grande per il Decamerone a San Berillo​

Il regista Sebastiano Mancuso: “Straordinaria l’accoglienza da parte del pubblico, torneremo presto a rappresentare questo spettacolo” che fa parte del progetto Palcoscenico Catania dell’Assessorato comunale. Applauditissimi gli attori, la banda musicale, il coro e la folla di demoni, interpretati anche da migranti, con indosso maschere arcane, a seguire il fercolo della Santa. La drammaturgia, ispirata a Boccaccio e che omaggia Pasolini, ha preso spunto da libri su psicologia, religiosità e… tarocchi…

Catania – “Felicissimo per la straordinaria accoglienza che ha avuto questo progetto: al debutto il pubblico ci ha letteralmente abbracciati, come se tutti, sulla scena e fuori, ci fossimo liberati dall’ansia, facendo finalmente festa grande”.

Lo ha affermato il regista Sebastiano Mancuso dopo il sold out delle rappresentazioni di ieri a San Berillo del Decamerone. Lo spettacolo – prodotto dall’associazione culturale Absinthe nell’ambito del progetto Palcoscenico Catania, la bellezza senza confini voluto dall’Assessorato comunale e finanziato dal Ministero della Cultura – prevedeva tre repliche in un’unica giornata, tra i vicoli del quartiere catanese della prostituzione. “Ma viste le richieste – ha detto Mancuso -, credo che dovremo tornare a rappresentare lo spettacolo”.

Totale, come detto, la partecipazione del pubblico, in particolare durante la frenetica taranta e il corteo che si è mosso tra le case dirupate al fragoroso suono di tamburi e ottoni.

A sfilare, oltre agli applauditissimi attoriLuana Toscano (Filomena la narratrice), Antonella Scornavacca (la Santa), Elmo Ler (Calandrino), Loriana Rosto (Lisabetta da Messina), Ibrahima Diallo (il Diavolo), Daniele Triolo (Lorenzo), Claudia Bono (lettrice di tarocchi)- anche la banda dell’Orchestra d’armonia della Contea, i cinque elementi del coro Secret Chord, una decina di migranti del Centro Astalli e altri figuranti in abiti rossi da diavolo o con indosso maschere arcane.

Due le novelle al centro della narrazione: Lisabetta da Messina e Calandrino e l’elitropia. Entrambe, secondo Mancuso, rappresentano diversi modi d’illustrare “il rapporto con l’invisibile”, con Natura e Fortuna. Ed ecco dunque gli attori a consegnare tarocchi agli spettatori, pronosticando loro la sorte.

Oltre che per la regia e la recitazione, grandi consensi anche per il progetto d’arte visiva dello spettacolo, firmato da Gabriella Trovato, per i movimenti coreografici di Francesca Romana Di Giorgio, per il corpo bandistico diretto da Giulio Nido, e per il Maestro del coro Salvo Disca. Da citare inoltre Simone Raimondo (scenotecnica), Carmen Comis e Jacopo Castorina (sartoria) e Anastasia Zuccarello (assistente alla regia).

A proposito della citata funzione liberatoria da pandemia e guerra di questo lavoro teatrale, Mancuso, autore anche della drammaturgia di questo Decamerone, ha sottolineato di essersi ispirato non solo a Giovanni Boccaccio e a Pierpaolo Pasolini: “ho preso spunto – ha detto – anche da una serie di testi davvero affascinanti come quelli della mistica tedesca Ildegarda von Bingen, vissuta nel Medioevo, del regista, drammaturgo Alejandro Jodorowsky, esperto di tarocchi, e di uno dei padri di psicologia e antropologia come Carl Gustav Joung”.

“Non mi aspettavo tanto calore – ha sottolineato Elmo Ler, uno dei protagonisti -, ma credo che il risultato sia meritato perché abbiamo lavorato duramente e con passione. Viviamo tempi d’ansia e malinconia e il teatro, del quale abbiamo un grande bisogno, può lenire il nostro malessere”.

“Interpretando il Diavolo – ha confidato Ibrahima Diallo -, da dietro la mia maschera, splendida e terrificante, creata da Gabriella Trovato, leggevo, da attore, la paura negli occhi degli spettatori. Ma alla fine vi ho letto anche la libertà, la serenità”.

Le foto di scena sono di Regina Betti