STORIE & OPINIONI: LE SCOMODE VERITA’ SU GAZA

Insisto nell’affrontare il tema della guerra a Gaza, sottolineando che NON mi curo affatto di apparire “schierato” a favore di…Sfido chiunque a trovare una persona NON schierata. Allora anche in questo intervento utilizzo due articoli pubblicati da atlanticoquotidiano.

Uno dei pochi blog che tenta di scrivere la verità che in una guerra così sporca, “rischia continuamente di essere sommersa da propaganda e narrazioni ideologiche. La guerra tra Israele e Hamas è uno di quei casi in cui le emozioni, l’indignazione selettiva e i dati gonfiati hanno finito per offuscare il fatto più semplice e brutale: Hamas ha scatenato questa guerra il 7 ottobre 2023 con un attacco terroristico barbaro”. (Andrea Chiavistelli, Tutte le fake news su Gaza e la scomoda verità sugli aiuti umanitari, 30.5.25, atlanticoquotidiano.it) I terroristi di Hamas hanno costretto gli israeliani a reagire e pertanto Israele è in guerra. “Eppure, per molti osservatori occidentali, il diritto di Israele a difendersi è un fastidio da minimizzare. Così nascono i sostenitori inconsapevoli dell’estremismo islamico: giornalisti, attivisti, commentatori che ripetono acriticamente i numeri forniti dal “Ministero della salute” di Gaza – un organo controllato da Hamas – senza porsi nemmeno il problema della loro attendibilità”.

Il servizio riporta dei numeri di rapporti a cominciare da quello “pubblicato nel novembre 2024 dall’Ufficio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (UNCHR), sono stati verificati circa 8.119 civili morti nella Striscia di Gaza tra novembre 2023 e aprile 2024. È un numero tragico, ma già molto inferiore rispetto alle cifre gonfiate da Hamas, che parlano di oltre 30.000 vittime civili nello stesso periodo”. Sostanzialmente Hamas strumentalizza la tragedia per fini politici, manipolando la sofferenza del proprio popolo per delegittimare Israele. Il massacro e il rapimento dei civili israeliani sono stati fatti proprio con questo scopo. Ci sono altre agenzie che rilevano le storture dei numeri prodotti da Hamas e i suoi amici. Intanto il giornalista di atlantico riporta le misure dell’IDF, l‘esercito israeliano che “ha implementato misure straordinarie per ridurre al minimo le vittime civili: dagli avvisi telefonici ai volantini per evacuare, dai colpi di avvertimento (“roof knocking”) all’annullamento in tempo reale dei raid in presenza di civili. Il portavoce dell’IDF ha dichiarato che per ogni militante ucciso, muoiono circa due civili: un rapporto tra i più bassi in guerra urbana contro un nemico che si nasconde tra i civili”. Poi c’è da segnalare che Hamas sequestra sistematicamente gli ingenti aiuti umanitari, bloccando i camion, razziando le scorte e affamando i civili per alimentare la pressione internazionale contro Israele. Lo hanno denunciato anche ong internazionali e fonti Onu. A questo punto sia Israele che gli Usa, insieme alle agenzie umanitarie, hanno istituito un nuovo piano di distribuzione. “Prevede quattro centri di distribuzione, situati soprattutto nel centro e nel sud della Striscia, ciascuno destinato a servire circa 300.000 persone, per raggiungere fino a 1,2 milioni di gazawi, circa il 60% della popolazione. Nei primi due giorni di apertura sono stati distribuiti già più di un milione di pasti. E i centri di distribuzione non sono ancora a pieno regime”. Un sistema che dovrebbe escludere Hamas e tutelare i civili. “L’accesso è consentito a un rappresentante per famiglia, previa identificazione. Una registrazione dettagliata viene incrociata con i database delle ong. Il beneficiario attraversa un percorso controllato e sorvegliato, riceve un kit proporzionato al numero dei familiari, e viene registrato anche all’uscita. In alcuni casi, è possibile restare all’interno dei centri, considerati zone protette e sterili”. Non si comprende perché nessun tiggi descrive questo nuovo piano di distribuzione. Anche Chiavistelli si sofferma sulla guerra dell’informazione. “Ed è proprio qui che Hamas ha trovato nei sostenitori inconsapevoli il suo alleato più efficace. Intellettuali, influencer, politici occidentali che ripetono slogan, diffondono numeri non verificati e prestano la loro voce a chi bombarda gli aiuti, usa bambini come scudi umani, e scava tunnel sotto scuole e ospedali”. Il giornalista racconta una verità scomoda:Israele sta combattendo un nemico che non ha alcun rispetto per la vita — né israeliana né palestinese. Difendersi da Hamas significa anche difendere i civili di Gaza da chi li tiene in ostaggio. E chi davvero vuole la pace, deve partire da qui”.

Un altro servizio merita attenzione è quello di Armando Simon, (Perché Israele rischia la distruzione: l’idiota caritatevole e il marxista, 29.5.25) L’autore parte da una manifestazione di ebrei a New York in difesa di uno studente palestinese. Nel servizio si mette in luce, la divisione degli ebrei. Simon ci acconta che esistono due tipi di ebrei: l’Idiota Caritatevole (o il Santo Stupido, a vostra scelta). Sono coloro che sono pervasi da benevolenza sentimentale e credono nella propria superiorità intellettuale. Per loro, non esistono persone malvagie, né cattivi. Qualsiasi aspro disaccordo può essere risolto con il compromesso, il rispetto e cantando Kumbaya. Secondo il loro modo di pensare, un cane rabbioso può sempre essere trasformato in un cucciolo affettuoso semplicemente accarezzandolo sulla testa, abbracciandolo forte e dicendogli che lo ami. L’Idiota Caritatevole è diventato essenzialmente un contorsionista e si è infilato la testa dove non batte il sole, proclamando di vedere un bellissimo prato. In sostanza, indebolisce la volontà degli altri di reagire e resistere allo sterminio. Poi c’è l’ebreo di Masada, ben peggiore, sono gli ebrei marxisti. Questi odiano gli altri ebrei e cercano attivamente di distruggere Israele (e l’America), non con la violenza, ma con una guerra psicologica e una teatralità così persistente da logorare l’opposizione. Come l’Idiota Caritatevole, anche l’ebreo di Masada parla costantemente di compassione e giustizia, ma è una patina molto sottile, che maschera un odio profondo. Inoltre, nel profondo, adora la morte. Il suicidio per una causa, per un principio, è il suo ideale. In conclusione, il giornalista per rafforzare la sua tesi fa qualche riferimento storico come quello di Jim Jones, un ebreo marxista che impose il “suicidio rivoluzionario” a Jonestown. È un fatto storico ben documentato che nei primi decenni dell’Unione Sovietica, il Partito Bolscevico fosse composto in modo sproporzionato da ebrei laici. Nonostante fosse esiguo il numero di ebrei nella Russia zarista rispetto al resto della popolazione. Tornando al presente, gli orrori del 7 Ottobre hanno fatto ben poco per cambiare gli Idioti Caritatevoli o gli ebrei di Masada. Continuano a incolpare Israele per tutto ciò che non va in Medio Oriente e insistono sul fatto che una soluzione a due stati porterà alla fratellanza universale.

a cura di Domenico Bonvegna