Questa è la stampa, bellezza: Chissà cos’è la satira…

C’è un sollevamento generale contro una vignetta pubblicata oggi dal giornale “Il fatto quotidiano”, dove si allude a rapporti sessuali della moglie del ministro dell’Agricoltura (1). Solidarietà al ministro da ogni parte e lezioni di vario tipo su cosa sia satira e cosa non lo sia.

Nel nostro Paese da diversi decenni la satira è un sorta di fantasma che compare ogni tanto, ma che non appartiene al dibattito politico e culturale se non quando qualcuno si indigna per una qualche estemporanea vignetta. Se ci fosse in Italia una rivista tipo la francese Charlie Hebdo, chissà cosa succederebbe (2).

A nostro avviso la satira non può e non deve sottostare a nessuna legge e regola, altrimenti sarebbe negazione di se stessa. La satira deve fare male al pensiero di qualcuno e/o molti, suscitare reazioni indignate e stupefacenti, far crescere battute e illazioni.

Nella nostra storia ci sono storie di satira finite in tribunale tipo quella dei dirigenti del Pci Achille Occhetto e Massimo D’Alema contro il vignettista Giorgio Forattini (3). E sono storie molto tristi per la libertà di informazione e di satira.

E forse per questo, la meravigliosa stagione del giornale “Il Male” (4) durò poco e mai nessuna l’ha ereditata.

L’invito che facciamo, da irriverenti che spesso siamo anche sul nostro web, è di diffidare di chiunque, politici e non, che non sappiano ridere di se stessi, dei propri vizi e delle proprie virtù, delle proprie umiltà e dei propri difetti.

Per esempio, invece di fare chissà quanti discorsi per comprendere perché alcuni esponenti di governo facciano e dicano certe cose che ci lasciano molto perplessi, tipo il ministro Francesco Lollobrigida, sarebbe molto più semplice dire che il nostro ministro è un fascista… e con questo crediamo di aver detto tutto, un fascista che ci governa.

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc

 

 

1 – https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/04/20/vignetta-su-lollobrigida-bufera-sul-fatto-da-destra-e-non-solo/7136597/

2 – Eppure, quando un attentato assassino nel 2015 fece fuori diversi redattori nella sede parigina, in molti si fregiarono del “je suis Charlie”. Così come molti si sono indignati per le varie minacce di religiosi islamici nel 2005 al quotidiano danese Jyllands-Posten che provocò cortei di protesta per esempio in Pakistan.

3 – http://www.difesadellinformazione.com/66/forattini-e-i-soldi-del-pcus/

4 – https://it.wikipedia.org/wiki/Il_Male