Premio Themis, domani i vincitori

Un venerdì all’insegna della cultura. Mancano ormai poche ore per scoprire i vincitori della nona edizione del “Premio Themis”, il concorso artistico letterario che per il nono anno consecutivo non manca l’appuntamento con il territorio nazionale. Domani pomeriggio, ospite dell’istituto “Benedetto Radice” di Bronte,  l’Associazione Culturale Orizzonti Liberi proclamerà infatti i nomi di chi con le proprie opere ha messo nero su bianco la propria idea dei “Legàmi”, con la possibilità per i più navigati di scegliere invece un tema libero.

 

Sarah Angelico e Vincenzo Spampinato. Saranno loro gli attesi ospiti della serata. Lei artista poliedrica, direttrice della Galleria d’Arte moderna “Katàne”, che con la sua arte immortala la nostra terra, facendo dell’Etna la sua musa ispiratrice, lui il cantautore di “Madreterra”, l’inno ufficiale della Regione Siciliana, che con i suoi testi e le sue musiche calca ormai la scena musicale da decenni. A loro sarà conferito il titolo di “Ambasciatori della cultura”, onorificenza istituita dalla scorsa edizione che mira negli anni a insignire personalità che con la loro vita e la loro arte donano linfa al mondo della cultura. “La loro presenza – spiega l’ideatrice del concorso, Barbara Prestianni – funge da sprone per i tanti, giovani e meno giovani, che ogni anno concorrono al premio animati dalla forte passione per l’espressione artistico letteraria. La stessa che contraddistingue il nostro gruppo”.

 

Attesa, inoltre, per la proclamazione del premio speciale “Francesco Foresta”. Sarà ancora una volta la testata giornalistica on line Live Sicilia a decretare il nome dell’autore che con il proprio racconto si aggiudica l’ambito premio dedicato allo scomparso fondatore del giornale. Ma non solo autori. Dirigenti scolastici, docenti, sostenitori e in sala, a cingere di alloro i vincitori, saranno presenti anche i sindaci e gli amministratori dei tredici comuni patrocinatori. E non mancheranno nemmeno loro, i rappresentanti delle Forze dell’Ordine che con le loro uniformi rendono ogni anno testimonianza delle radici di un premio che sin dall’inizio ha voluto intitolarsi alla dea della Giustizia.