PNRR, WWF chiede al Governo visione, coraggio e realismo

Il WWF chiede al Governo di avere visione, coraggio e realismo in una nuova stesura del Piano Nazionale per la Ripresa e per la Resilienza (PNRR) che chiarisca con quali criteri saranno scelti i progetti cantierabili e come verranno ripartire la risorse per realizzare la rivoluzione ecologica. 

Il WWF ricorda che il PNRR verrà finanziato con i 193 miliardi di euro del dispositivo Recovery and Resilience Facility (nell’ambito dello strumento Next Generation EU) ma i soldi cominceranno ad arrivare all’Italia dal prossimo anno solo se entro il febbraio 2021 saranno presentati progetti coerenti con l’European Green Deal ed effettivamente realizzabili, superando i limiti della bozza di PNRR presentata in Consiglio dei Ministri lo scorso 7 dicembre.
Visione, perché se si vuole favorire la transizione ecologica aumentando la resilienza e la competitività dei sistemi produttivi a shock ambientali e di salute(come scritto nel DEF) bisogna essere pronti ad un’innovazione profonda del sistema economico (basata sulle energie rinnovabili, la mobilità elettrica e l’economia circolare) e ad invertire la curva della perdita della biodiversità(che in Italia è tra le più ricche d’Europa).
Coraggio, perché per contrastare i cambiamenti climatici bisogna intervenire procedendo alla decarbonizzazione dell’economia, ad una riconversione dei settori industriali energivori (in particolare: acciaio, chimica e cemento) e dell’agricoltura (grandi aziende, in particolare zootecniche), al taglio dei sussidi ambientalmente dannosi, assicurando una giusta transizione.
Realismo, perché entro il febbraio 2021 l’Italia si deve dotare di progetti innovativi e cantierabili per favorire la Rivoluzione Ecologica e la Transizione Verde e quindi bisogna avere le idee chiare su quali siano le priorità per condividerle con le forze sociali e la società civile.
Alla Rivoluzione Ecologica e alla Transizione Verde la seconda delle sei Missioni individuate nella bozza di PNRR (presentata lo scorso 7 dicembre al Consiglio dei Ministri che il WWF), ricorda il WWF, vengono destinati 74,3 miliardi di euro, che costituiscono ben il 38,4% della cifra complessivamente destinata all’Italia, un fatto positivo questo, ma il WWF  domanda al Governo:
• Sulla base di quali progetti, giunti ad un grado di definizione avanzato, è stata fatta l’ allocazione delle risorse nelle diverse Missioni del PNRR e nell’ambito della Missione 2, visto che si è deciso si assegnare 40,1 mld di euro (cioè il 54% della cifra complessiva) alla sola “Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici” (pubblici e privati), mentre le risorse restanti vengono suddivise  su ben tre diverse e importanti linee di intervento, quali: “Impresa Verde ed Economia Circolare” (6,3 mld), “Transizione energetica e mobilità sostenibile” (18,5 mld) e “Tutela e valorizzazione del Territorio” (9,4 miliardi di euro)?
• È stata compiuta una verifica su quanto il PNRR elaborato dall’Italia sia coerente nelle  sue destinazioni settoriali con quanto indicato nell’European Green Deal (approvato nel dicembre 2019), posto che la Comunicazione della Commissione Europea che istituisce lo strumento Next Generation EU lo richiede,  e su quanto i progetti previsti nel Piano italiano siano allineati con gli strumenti  messi in campo dalla CE (Climate Law, Strategia industriale europea, Strategia Europea sula Biodiversità, Strategia sulla filiera agro-alimentare/Farm to Fork)?
• Quante e quali sono le risorse destinate alla riqualificazione del patrimonio naturale italiano quale asset competitivo su scala globale, considerato che nelle Linee Guida del PNRR, del settembre scorso, si dice di voler investire per rafforzare la tutela del patrimonio naturale, ma nella Missione 2  del PNRR questo obiettivo non viene richiamato tra gli ambito di intervento necessari a rilanciare il nostro Paese nel mondo (come già avviene peri beni archeologici, artistici e culturali) e ad arrestare il degrado del nostro territorio e del nostro paesaggio?
Il WWF ricorda al Governo, infine, come investire nella “Rivoluzione verde e transizione ecologica” significhi realizzare progetti e interventi sostenibili e innovativi job intensive. Nonostante la gravissima crisi finanziaria del 2008-2009, dal 2000 al 2015 la crescita di posti di lavoro verdi in Europa è stata sette volte superiore a quella ottenuta dal resto dell’economia e come oggi ci siano nella UE 9 milioni di addetti nel settore dell’energia pulita, destinati a raddoppiare entro il 2030 (fonte Eurostat). Mentre nel 2019 (secondo il Rapporto Unioncamere e Fondazione Symbola) si è avuto in Italia il record degli ecoinvestimenti con una quota del 21,5% (+7,2% rispetto al 2011) del totale, dato più alto degli ultimi 10 anni, corrispondente in valore assoluto a 300mila imprese che hanno fatto scelte green.
Come sottolineano gli esperti del Comitato Capitale Naturale in un appello inviato al governo  (l’appello si può leggere qui)  “è indispensabile definire un Piano nazionale di restauro ambientale con l’individuazione delle priorità di azione, la programmazione delle risorse umane e economiche necessarie alla sua concreta realizzazione e l’individuazione degli strumenti normativi, tecnici e finanziari più adeguati per garantire l’avvio di un’efficacia azione di rinaturazione del nostro Paese. Il PNRR costituisce il contesto più appropriato per dare forza e concretezza a queste priorità. I membri del Comitato Capitale Naturale sottolineano che un Programma Nazionale di Restauro Ecologico, ripristino ambientale, rinaturazione del Paese, tutela e valorizzazione della Biodiversità, Nature-Based solutions unitamente allo sviluppo di Green Infrastructures produrrebbe effetti molto positivi anche dal punto di vista dell’occupazione e auspicano che questi elementi, comuni alle strategie di tutti i Paesi più avanzati del Mondo, possano essere utilmente integrati nel PNRR in corso di definizione”.