Messina & Scuola: In dialogo… per una fratellanza universale

Messina – Nei locali della biblioteca dell’Istituto comprensivo “Santa Margherita” diretto dalla dott.ssa Fulvia Ferlito si è svolto l’incontro “In dialogo… per una fratellanza universale” nell’ambito del progetto extracurriculare “In dialogo…”, che ha come finalità l’educazione al dialogo, in particolare quello ecumenico fra le confessioni cristiane e quello interreligioso con le religioni non cristiane.

Il progetto, proposto dalla docente di Religione cattolica Antonina Busà, nelle ultime edizioni ha attinto all’insegnamento di papa Francesco per affrontare temi delicati e attuali quali il rispetto dell’ambiente e la fratellanza tra i popoli, proponendo la conoscenza delle più recenti encicliche: Laudato si’ e Fratelli tutti. Se lo scorso anno la riflessione partita dalla Laudato si’ si è incentrata sul rispetto e sulla cura verso la Casa comune, quest’anno Fratelli tutti ha aiutato ad allargare la visuale fino al riconoscimento di una fratellanza universale.

L’incontro del 16 maggio è stato nelle intenzioni un prolungamento della Giornata mondiale della fratellanza istituita e celebrata il 4 febbraio e un ideale riferimento alla canonizzazione di Charles de Foucauld, celebrata in Vaticano proprio il giorno prima.

La tematica della fratellanza ha suscitato tanto interesse negli alunni delle classi quinte dell’istituto, i quali si sono subito cimentati nella ricerca di segni di fratellanza presenti nel loro ambiente dando vita a una ricca raccolta di immagini.

Inoltre, la lettura di alcuni brani tratti dall’enciclica ha sollecitato i bambini a riflettere sull’attualità e sull’urgenza di ristabilire la fratellanza a livello mondiale, avendo sullo sfondo la realtà di una guerra fratricida. I bambini hanno capito che il modello di “fratello universale” proposto da San Charles de Foucauld è un percorso aperto a tutti, ad ogni età e a ogni latitudine.

In questo itinerario di scoperta e rimodulazione del concetto di fratellanza prezioso si è rivelato il contributo reso dai relatori: il prof. Dario Tomasello del centro islamico di Messina, don Antonino Basile, direttore della Caritas diocesana, il prof. Bruno Segre, storico e filosofo ebreo in collegamento da Milano, la monaca Svamini Atmananda Ghiri membro dell’Unione Induista Italiana in collegamento da Altare (SV) e fratel Giovanni Marco Loponte dei Piccoli fratelli di Jesus Caritas della Fraternità di Nazaret, che si ispira agli insegnamenti di Charles de Foucauld, in collegamento dallo stato di Israele.

Il prof. Tomasello ha esordito ricordando della Sicilia il periodo di convivenza tra musulmani, ebrei e cristiani, che ha fatto dei siciliani un popolo attento all’accoglienza e all’integrazione. Il problema della fratellanza universale si risolve nella conoscenza reciproca e l’unità tra i popoli si raggiunge nell’unità delle differenze. Lo stesso Maometto ha affermato che nessuno è un vero credente se non ama per il proprio fratello ciò che ama per sé stesso.

Don Antonino Basile ha ribadito l’importanza di alcuni modelli di riferimento nel promuovere la fratellanza come Charles de Foucauld e la necessità, per favorire percorsi di fratellanza, di stimolare il dialogo e la conoscenza delle diversità evitando che la conoscenza dell’altro venga deturpata dal pregiudizio. Ricordando l’episodio biblico di Babele, Don Basile ha proposto all’attenzione dei ragazzi l’intervento di Dio che si è schierato, invece, a favore del pluralismo. Anche il primo omicidio della storia biblica si fonda sul mancato riconoscimento del valore della diversità: Caino arriva ad uccidere Abele perché diverso da lui. Accettare la diversità raccontandosela, comunicandosela: questa può essere la strada itinerante della fratellanza.

 

Bruno Segre con la sua solida saggezza ha evidenziato il grande messaggio per l’umanità che costituiscono le encicliche Fratelli tutti e Laudato si’: vivere cercando di conservare la vita. È nell’interesse stesso dell’uomo salvaguardare la vita, la natura, la nostra casa comune e impegnarsi per generare fratellanza fra i popoli.

Svamini Atmananda ha ricordato che il concetto di fratellanza nasce dal concetto di unità: tutto il Creato è un riflesso di Dio e gli uomini sono fratelli perché sono “relati”, cioè soggetti frutto di relazione.

Fratel Giovanni Marco Loponte ha lanciato agli alunni delle sfide: iniziare a riconoscere il legame fraterno con i più vicini a noi; dare tempo agli altri; avere la capacità di sorridere, sempre; interessarsi davvero all’altro, conoscendone la cultura, la sua diversità e ritenendo l’altro degno della propria attenzione, mettendosi nei suoi panni, perché ciò arricchisce.

Tra un intervento e l’altro i bambini hanno fatto risuonare alcuni brani tratti dall’enciclica Fratelli tutti aggiungendo significato all’enciclica anche con la drammatizzazione e il canto. Infine hanno accolto, con curiosità e interesse, gli oggetti presentati da ogni relatore come segno di fratellanza. L’idea dell’arca proposta dal prof. Segre rivela che siamo tutti sulla stessa arca, veicolo biblico di salvezza, da rendere il più accogliente possibile. Una penna, proposta da don Basile, strumento e veicolo di parole per indicare l’importanza del raccontarsi poiché il raccontarsi crea comunione/fraternità. Atmananda ha proposto un braccialetto utilizzato proprio per la ricorrenza della festa induista della fratellanza e ha spiegato che per l’occasione ognuno mette un braccialetto al polso dell’altro per rinsaldare il legame fraterno. Il prof. Tomasello ha presentato un tasbīḥ, una collana di grani destinata a reiterare il ricordo divino e a favorire l’invocazione, un'”arma” di pace e di amore. Loponte ha offerto all’attenzione dei piccoli alunni dell’istituto un dizionario, il dizionario francese/tuareg che Charles de Foucauld ha realizzato per entrare in contatto con la comunità dei Tuareg, dimostrando passione per la conoscenza dell’altro. Arca, penna, braccialetto, collana di grani, dizionario: questi i segni della fratellanza proposti da accogliere e custodire gelosamente per crescere e aiutare a crescere come fratelli.

È stata una mattinata piena e impegnativa per i piccoli alunni, ricca di nuovi contenuti e carica di emozioni vissuti ad imparare il senso della fratellanza che deve dominare per un mondo di pace. È vero, la fratellanza richiede l’impegno di tutti, non è facile, non è scontata ma è possibile a chiunque voglia scoprire il bello che si cela in ognuno. Occorre riscoprire un nuovo culto, quello dell’umanità, un culto che mentre offre a Dio il sacrificio della preghiera consenta all’uomo di rinnovarsi costantemente nella sua umanità, riscoprendosi sempre più fratello. Fratello di tutti.