La cartina della felicità: in questo Natale ognuno di noi può e deve essere di aiuto all’altro

Carissimi, il Natale del Signore è ormai vicino e la Chiesa ci invita a viverlo con sentimenti di vera accoglienza.

All’inizio di questo mese, la comunità diocesana ha vissuto un evento ecclesiale di notevole importanza. Il 7 dicembre u.s. si è tenuto in Seminario un incontro con i sindaci della città metropolitana di Messina, al quale hanno preso parte, oltre a numerosi primi cittadini della provincia, soprattutto i vescovi di Messina- Lipari – S. Lucia del Mela e di Patti. Tale incontro nasce da una esigenza che la Chiesa universale ha fatto propria già nella Lettera apostolica Octogesima  Adveniens  del 1971, ove al n. 4 si legge: “Spetta alle comunità cristiane analizzare obiettivamente la situazione del loro paese, chiarirla alla luce delle parole immutabili del Vangelo, attingere princìpi di riflessione, criteri di giudizio e direttive di azione all’insegnamento sociale della Chiesa…      

   Spetta alle comunità cristiane individuare – con l’assistenza dello Spirito Santo, in comunione con i vescovi responsabili, e in dialogo con gli altri fratelli cristiani e con tutti gli uomini di buona volontà – le scelte e gli impegni che conviene prendere per operare le trasformazioni sociali, politiche e economiche che si palesano urgenti e necessarie in molti casi”.

Il momento si è rivelato significativo e costruttivo. Mentre si può guardare il video dell’intero incontro su htpps://youtu.be/UY2nUsPUzMQ, mi piace evidenziare che dagli interventi di parecchi sindaci sono emersi suggerimenti, critiche, proposte nei confronti della politica locale e regionale, al fine di incrementare sempre più il bene comune. Al contempo, sono stati fatti notevoli apprezzamenti nei confronti dei pastori promotori di tale iniziativa, perché per la prima volta i vescovi locali si sono fatti interpreti della necessità del dialogo e del confronto in vista di un cammino congiunto per il bene dell’uomo: promuovere la formazione e/o la valorizzazione nel contesto socio-culturale, ecclesiale e globale del buon cristiano e dell’onesto cittadino.

Questo evento, vissuto con piena e proficua partecipazione al dialogo-ascolto tra Chiesa e Istituzioni, diviene opportunità di riflessione sul mistero grande della notte santa, ovvero in questo Natale ognuno di noi può e deve essere di aiuto all’altro per adempiere il precetto primario dell’Amore divino- umano (Mc 12, 28-31). Il mondo di oggi ha fortemente bisogno di uomini e donne che siano persone capaci di avvicinarsi al mistero che c’è in ogni vita con apertura e disponibilità. Solo se toccati dall’amore di Dio si diventa testimoni di luce per chi procede con noi nel cammino dell’esistenza, suscitando nel prossimo che vive accanto a noi il desiderio vero e autentico di cercare l’Assoluto. Solo così vedremo le impronte di Dio in tutti gli avvenimenti della vita. Infatti, leggendo la nostra realtà quotidiana in una dimensione di fede, sarà possibile andare oltre i significati apparenti, raggiungendo il cuore delle varie situazioni. E con quella grande fiducia, che deriva dalla certezza di essere profondamente amati, affideremo il nostro cuore alla volontà di Dio. Pertanto, intendo nella presente riflessione fornire alcune indicazioni in qualità di chi si fa semplicemente compagno di viaggio e non maestro autorevole, consapevole delle oggettive difficoltà e, perfino, delle divisioni che travagliano tanti cristiani, al fine di incontrare Dio in tutte le cose e in ogni circostanza della vita.

La Parola ci esorta ad amare il nostro prossimo in Dio e per Dio, e se non amiamo il nostro prossimo non amiamo Dio (cfr. 1 Gv 4, 19-5,4).

L’attuazione di questa sfida esige una conversione per realizzare una comunità più autentica, fedele alla Parola del Vangelo e attenta alle esigenze degli uomini, con i quali interagisce nel quotidiano, una comunità che sia segno assoluto del primato dell’Onnipotente e del suo regno.

Nel Verbo incarnato Dio ci ha dato l’esempio per costruire il suo cielo già sulla Terra, sulle orme di quanto fece Gesù che diede vita alla Chiesa “predicando la buona novella, cioè l’avvento del regno di Dio da secoli promesso nella Scrittura…” (LG, 5). Nel Presepe troviamo l’Assoluto che ha piantato la sua tenda in mezzo a noi.

Di certo, tutto ciò presuppone la conversione personale, ovvero quel rinnovamento interiore che fa maturare la crescita della comunità, così da offrire una esplicita testimonianza di Chiesa vista come comunità di credenti corresponsabili. In ultima analisi, in ciò ravvisa pure la finalità del Consiglio Pastorale Parrocchiale, a cui ci stiamo preparando. In questo ambito, rimangono sempre fondamentali il dovere e la necessità dell’evangelizzazione, della preghiera e della condivisione delle risorse umane.

Comprendo bene che tali affermazioni potrebbero sembrare una variazione sul tema della solita “aria fritta”… eppure è doveroso ribadire che questi elementi formano la Chiesa.

Oggi purtroppo si assiste al proliferare, fra coloro che si dichiarano “credenti”, a una forma di ateismo pratico e teorico, soprattutto fra le generazioni più giovani, mentre fra gli adulti emerge la categoria degli “atei devoti”. Di fatto entrambe le specie vivono “etsi Deus non daretur”, cioè “come se Dio non esistesse”.

Se, poi, qualcuno volesse sapere se appartiene ad una di queste categorie, dovrebbe solo rispondere a questa domanda: “Ma il Figlio dell’uomo, alla sua venuta, troverà ancora la fede sulla terra?” (Lc 18,8).  Domanda semplice per risposta complessa!

La Luce eterna di verità entra nel mondo, illumina la notte buia della storia immersa nelle tenebre dell’ignoranza, dissoda col vivo raggio le oscurità della mente umana.

Siamo nel periodo natalizio, e come ogni anno, si mettono in moto tante iniziative culturali, sociali e ricreative benefiche: concerti, recite, consegna buoni spesa, pacchi dono, regali…

Chiediamoci pure cosa abbiamo pensato di fare per gli “invisibili”, quelli che la società chiama “categorie protette”: ammalati, anziani, bambini soli, emigrati, disabili, disadattati…

È facile farsi prendere dall’efficientismo che spesso favorisce la tendenza ad imporsi sugli altri. Pertanto, sull’eco del dire di Ermes Ronchi, l’invito è Che il Signore renda il tuo cuore spazioso!, perché quando Dio viene crea spazio in me per le creature, per i sogni, per il cielo. In ognuna delle nostre case, Dio manda angeli, come in quella di Maria; invia sogni e progetti, come in quella di Giuseppe. Chi sono? Sono quelli che vivono con noi, messaggeri dell’invisibile, annunciatori dell’infinito, sillabe di Dio.

Per questo Natale auguro a tutti di stare in guardia dall’individualismo e dall’egoismo, che spesso si camuffano di impegno per gli altri; di tenere lontana la tentazione di voler difendere a ogni costo la propria posizione, i propri gusti e i propri privilegi… quando invece dovremmo, contemplando il “Bambino che non ha niente” (don Primo Mazzolari; espressione ripresa dall’Arcivescovo nel biglietto augurale per il S. Natale), organizzare una resistenza morale attorno all’imperativo di fraternità e di figliolanza divina che il Verbo ci dona:

A quanti però lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio” (Gv 1, 12).

Auguri di vero cuore,

Ettore Sentimentale