Il Vangelo secondo Andrea Filloramo: Non sta a noi dare giudizi di santità di Padre Pio…

di ANDREA FILLORAMO

E’ cosa risaputa: a nessuno di noi compete giudicare la santità di una persona né tantomeno mettere in discussione le procedure utilizzate dalla Chiesa per il riconoscimento dell’esercizio eroico delle virtù cristiane di qualunque ipotetico o supposto Santo, la cui vita passa, oltretutto, attraverso il vaglio previsto dei relativi Uffici prima diocesani poi della Santa Sede, che dopo un attento esame di un fatto giudicato miracoloso, dichiara la canonizzazione.

A tutti, però, è lecito, rendere manifeste le perplessità spesso taciute di molti che si trovano a venerare alcuni Santi, riconosciuti dalla Chiesa, la cui vita, data la trasparenza oggi molto ricercata e sentita, è in discussione. Ciò riguarda particolarmente alcuni Santi a noi contemporanei.

Un esempio può essere quello di Papa Giovanni Paolo Secondo, la cui grandezza è da tutti riconosciuta, fatto santo a furore di popolo e quindi, senza attendere i tempi canonici. L’ immagine di Giovanni Paolo Secondo fino a oggi rimane impressa nella nostra memoria ma anche e soprattutto nella molteplicità delle fonti documentaristiche, che si possono rintracciare, senza alcuna difficoltà o censura, anche nella Rete, la cui lettura può causare, però, quelle che abbiamo chiamato perplessità, che non stiamo qui a citare e sulle quali si potrebbero scrivere indubbiamente molti volumi.

Un altro esempio è quello di Padre Pio, il Cappuccino, al quale si attribuiscono in ogni parte del mondo, miracoli continui che è, quindi, veneratissimo dal popolo cristiano, Non c’è oggi, infatti, casa o cruscotto di autovettura, in cui non c’è un suo ritratto e non c’è portafoglio in cui non c’è un suo “santino”. Esso sostituisce lo storico cornetto napoletano.

Padre Pio per tanti – anche se non lo diranno mai – è più importante persino di Gesù Cristo, che è l’unico interlocutore e mediatore fra Dio e gli uomini. La Sacra Scrittura è assolutamente cristallina nell’incoraggiare l’invocazione del Padre mediante il Figlio senza che siano ammesse deroghe od eccezioni.

Da ricordare che Padre Pio fu considerato uno “psicopatico” da Padre Agostino Gemelli, il fondatore dell’Università Cattolica di Milano, che fu inviato dal Sant’Uffizio per indagare sul frate e, al rifiuto di questi di farsi esaminare le stigmate, stese comunque un rapporto in cui lo definiva così: «È un bluff… padre Pio ha tutte le caratteristiche somatiche dell’isterico e dello psicopatico… Quindi, le ferite che ha sul corpo… fasulle… frutto di un’azione patologica morbosa… Un ammalato che si procura le lesioni da sé… si tratta di piaghe, con carattere distruttivo dei tessuti… tipico della patologia isterica» Un resoconto completo lo possiamo trovare in “Padre Pio” di S. Luzzatto.

Sappiamo dallo steso Luzzatto, che Padre Pio ordinava in segreto acido fenico dal farmacista: attraverso alcuni bigliettini chiedeva flaconi di acido fenico e veratrina, sostanze caustiche in grado di procurare bruciature e lesioni sulla pelle. Quando il Santo Uffizio mandò a San Giovanni Rotondo monsignor Raffaele Carlo Rossi per indagare sui sospetti che circondavano le sue stigmate, Padre Pio si difese sostenendo che in realtà intendeva usare tali sostanze per fare uno scherzo ai confratelli, mischiandole al tabacco in modo da farli starnutire. Se è così, abbiamo, quindi, un Santo stranamente “ burlone”.

Il Luzzatto asserisce, inoltre, che le sue “visioni” di Padre Pio, erano copiate da quelle di un’altra mistica e scrive: Appena ordinato sacerdote, Padre Pio passava gran parte del tempo a casa, anziché in convento, adducendo non meglio precisati problemi di salute. Per dimostrare il suo travaglio spirituale, le estasi e il contatto personale che aveva con Cristo scriveva ai superiori lettere piene di trasporto. Solo che erano copiate parola per parola dall’epistolario di Gemma Galgani, una donna di Lucca che aveva ricevuto le stimmate nel 1899, e il cui libro era tra le letture del giovane frate”

Concludiamo: Non sta a noi dare giudizi di santità di Padre Pio, (che Papa Giovanni XXIII considerava un «idolo di stoppa, artefice di un immenso inganno», né nessun altro.  E’ stato questo ed è un compito della Chiesa che, indubbiamente, ha avuto tutte le sue ragioni nel proclamarlo Santo, ma a noi restano quelle che abbiamo chiamato “perplessità” cioè delle incertezze accentuate dal seguitare di ragioni di dubbio, che non sono facilmente superabili.