Il Vangelo secondo Andrea Filloramo: meglio avere le chiese vuote e non popolate da creduloni

di ANDREA FILLORAMO

A Trevignano Romano dal 2016 si ripete, stando a quello che dice Gisella Cardia, l’ennesimo «miracolo» della statuina di una Madonna che piange sangue. Il fatto vero o falso ci consente di fare molte considerazioni, che riguardano alcuni temi importanti per i cattolici, come la fede, la credulità popolare, la rivelazione che, come sostiene la Chiesa finisce con la morte dell’ultimo apostolo.

Di tali argomenti anche per non tediare, diamo soltanto qualche spunto di riflessione, lasciando ai lettori i necessari approfondimenti.

Una considerazione, innanzitutto, s’impone alla nostra intelligenza, che ci aiuta a superare lo stato di ignoranza, al quale una certa informazione mediatica e anche “chiesastica” vorrebbe costringerci: in tutti i fenomeni anche se religiosi non possiamo abbandonare i sentieri certi della scienza e della ragione.

Non possiamo, quindi, concedere più spazio al “mondo delle fiabe” che spesso rivelano non sospetti piani psicologici insiti in ciascuno di noi, vere e proprie paure ataviche, che hanno sempre affascinato e al contempo respinto proprio per quella capacità di rendere plausibile ciò che è irreale e fondere insieme tensione e emozione.

Le fiabe raccontano la verità solo ai bambini e solo loro sono in grado di leggere e decifrarle.

Italo Calvino, riserva le fiabe ai bambini e sostiene che per loro le fiabe sono “vere” poiché mostrano aspetti e situazioni assolutamente concrete e reali mescolate al meraviglioso e straordinario e insegnano che l’aspetto magico è insito in noi ed è la nostra forza di volontà, la capacità di reagire alle avversità. Conoscere la paura consente di affrontarla e superarla, entrandoci in contatto intimamente per poterla controllare.

 La fiaba ha dunque questo potere perché offre una possibilità mediata che consente al bambino di affrontarla con i propri tempi e interrompere il racconto spaventoso quando e se necessario.

L’uomo adulto, anche nella fede, costruisce o dà credito alle fiabe quando o rinuncia alla ragione o è incapace di usarla, oppure – e questo è ancora più grave – quando usa le fiabe in modo fraudolento, quindi con l’inganno o con comportamenti tendenti ad illudere o ad ingannare gli altri attraverso espressioni fittizie di sincerità.

Se teniamo conto di questa lunga ma articolata considerazione possiamo comprendere ed esprimere un parere, anche se in attesa che la Commissione diocesana costituita ad hoc dia il suo verdetto sui fatti di Trevignano, sulla loro soprannaturalità, sul presunto miracolo del pianto della Madonna  e le sue ipotetiche apparizioni; sulle dubbie stimmate di Gisella Cardia; sui miracoli ritenuti da molti risibili come quello   della moltiplicazione della pizza, degli gnocchi, e del coniglio all’agrodolce.

Per concludere: Aspettiamo che la Chiesa si pronunci al più presto, senza concedere però nulla ai creduloni. E’ preferibile avere le chiese vuote e non popolate da creduloni.