
di Andrea Filloramo
Papa Leone XIV, già dai primi giorni del suo pontificato, ha fatto chiari, ripetuti e profondi richiami a Sant’Agostino, sia nei suoi discorsi che nello stesso motto pontificio: “In Illo uno unum”, tratto dalla sua esposizione al Salmo 127, con cui sottolinea l’unità dei cristiani in Cristo.
I richiami del Pontefice riflettono un’aspirazione alla continuità con la tradizione agostiniana dell’Ordine al quale egli appartiene e contengono dei focus sull’unità, la comunione e il servizio pastorale, piuttosto che sul potere clericale, come evidenziato nella frase agostiniana da lui richiamata: “con voi sono cristiano, per voi sono vescovo”.
Il Papa ci invita così a riscoprire, Sant’Agostino, che è uno dei più grandi pensatori del Cristianesimo e uno dei più grandi filosofi in assoluto di fondamentale importanza per la storia della filosofia.
Da rammentare che Agostino è nato nel 354 d.C a Tagaste, nell’odierna Algeria. Durante la sua adolescenza, prima della conversione, fu ladro, donnaiolo e concubino. Ebbe poi un figlio fuori dal matrimonio. In sostanza, la sua vita fu piuttosto dissoluta. La sua vita è cambiata quando, venuto a Milano, ascoltò le prediche di S. Ambrogio.
Da qui il suo scritto “Le confessioni” un’opera intima, profonda, in cui Agostino parla direttamente a Dio, mettendosi a nudo completamente, nel bene e nel male, mostrando se stesso, le proprie debolezze e i propri pensieri più intimi.
Scrivendo le Confessioni, Agostino indubbiamente anticipa in diversi modi di parecchi secoli la psicologia moderna, anche se con una prospettiva teologica, in quanto offre una prospettiva interiorizzata molto tempo prima che la psicologia scientifica si sviluppasse. In essa Egli descrive gli eventi principali della propria esistenza e analizza i passi che lo hanno portato a diventare un vero cristiano.
Da evidenziare che le “Confessioni” di Agostino sono da considerate un’opera fondamentale di spiritualità cristiana sempre attuale.
Nell’epoca contemporanea, segnata da instabilità, ricerca di identità e crisi esistenziali, la spiritualità agostiniana, contenuta nelle Confessioni, offre, senz’altro, una risposta: la vera pace e il vero senso si trovano solo in Dio.
Il Papa sa che l’attualità della spiritualità contenuta nel pensiero di sant’Agostino si manifesta nella sua straordinaria capacità di parlare anche all’uomo moderno, grazie a un’introspezione profonda del cuore, che, nonostante il progresso e la tecnologia, continua a cercare sempre pace, amore e verità.
Oggi, tante persone – vivono spaesamento, insoddisfazione, ansia, e spesso cercano sollievo in esperienze effimere, sono distratte da stimoli esterni, social media e ritmi frenetici, la visione agostiniana invita a riscoprire il valore del silenzio, della meditazione, della preghiera come cammino verso la verità e, quindi, verso Dio.
Occorre oggi più che nel passato legittimare il desiderio profondo di senso; proporre un cammino spirituale non moralista, ma che parte dalla domanda di felicità autentica; mostrare che Dio non reprime, ma compie il desiderio umano.
La voce di Agostino può ancora essere – come propone il Papa – una guida per chi vuole vivere una fede profonda, intelligente, capace di affrontare le sfide interiori ed esteriori dell’esistenza.
Concludendo: il Papa, richiamandosi ad Agostino, propone una spiritualità profondamente interiore e invita a ritirarsi dal rumore del mondo, per trovare la verità. Egli ricorda quello che dice S. Agostino, quando scrive di ” non uscire fuori di noi ma di rientrar in noi” poiché “è nell’uomo interiore che abita la verità”.