Il Vangelo secondo Andrea Filloramo: la secolare distorsione del concetto di sessualità applicata dalla Chiesa

di ANDREA FILLORAMO

 

Rispondo alle critiche poco puntuali e generiche, che sono giunte attraverso alcune email al mio articolo pubblicato in IMG PRESS, concernente quella che io ho ritenuto la secolare distorsione del concetto di sessualità, applicata dalla Chiesa, nella formazione dei preti.

Da tale distorsione discendono – come ho scritto e ho cercato di dimostrare –  i molti casi di pedofilia e gli abusi sessuali, di cui si macchiano preti, vescovi e cardinali, che sono un fenomeno di vastissima proporzione.

In quell’articolo fra l’altro, infatti, scrivevo e ancora, per maggiore chiarezza, ribadisco: “La pedofilia e gli abusi sessuali di cui si macchiano molti preti sono le immancabili conseguenze di un’errata dottrina della sessualità praticata da secoli dalla Chiesa, imposta e inculcata ai suoi ministri, fin dagli anni giovanili del seminario, che nella sessualità ancora individua il ‘remedium concupiscentiae’, che,  prima del Concilio Vaticano Secondo, era inteso come una sorta di ‘legittimazione’ della sessualità disordinata, da esercitare, quindi, solo nell’ambito matrimoniale, al quale per legge ecclesiastica i preti, però, non possono accedere. La sessualità per la Chiesa è stata sempre vista quasi come un mostro che morde le nostre carni, una serpe-immagine di Satana, che ci minaccia. Non dimentichiamo che con la trinomia: sesso-serpe-Satana si ripete sempre  l’identificazione del serpente con Satana, implicita nella Apocalisse di Giovanni e in Genesi, dove il Serpente è rappresentato come creatura infida e ingannatrice, che subdolamente consiglia ciò che Dio ha direttamente proibito (Genesi 3,4-5.3,22)”.

Aggiungo, a sostegno della mia tesi, qualche altro elemento di riflessione: sono convinto che nella Chiesa tutte le volte che si parla di diritti individuali inalienabili  concernenti la sessualità (che non l’intendo affatto come libertinaggio e come un modo di comportarsi e di vivere licenzioso e dissoluto), arrivano sempre i sessuofobi, disposti a regalare agli altri i precetti, la vergogna , l’insonnia, gli incubi, pronti a mettere volutamente e ipocritamente in dubbio le acquisizioni scientifiche, antropologiche, psicologiche  fatte nell’ultimo secolo, relative a quest’aspetto fondamentale dell’esistenza umana, che deve essere libero  da coercizione, da discriminazioni e violenza.

Per loro a nulla valgono e forse li ignorano gli studi che riempiono le biblioteche, come ad esempio quelli del filosofo francese Foucault che scriveva della sessualità umana, che era stata, “contenuta e normata dalla spiritualità cristiana e cementificata nella società ottocentesca-borghese, la cui morale diffusa ha prodotto una forte inibizione della sessualità individuale a differenza, invece, della società greca e romana nella quale era vissuta liberamente. Da questo punto di vista, la morale borghese e quella cristiana si profilano come morale della negazione e del disconoscimento della sessualità, che è parte, invece, co-esistenziale dell’essere umano”.

Foucault ancora aggiungeva: “Dopo il Concilio di Trento, la nuova pastorale cattolica ha posto molta importanza alla confessione quale obbligo morale e strumento per l’espiazione dei propri peccati, specialmente, per quelli connessi al piacere e alla sessualità. È, dunque, con il regime della confessione che ha inizio una fase di proliferazione di discorsi sulla sessualità”.

Bastano queste poche frasi del filosofo, che valgono quanto un trattato, per comprendere la necessità di un cambio di rotta della chiesa cattolica nel campo della sessualità.

Ma andiamo al di là della teoria: sono convinto che sia arrivato il tempo, per la Chiesa Cattolica che vuole proiettarsi nel futuro, di squarciare il velo di menzogne secolari o di ignoranza sulla sessualità, tramite anche la logica ed il pragmatismo.

Sono certo che, se non subito perché ancora fra i cattolici e fra i preti, sono tanti i tradizionalisti che limitano e condizionano il magistero dello stesso Pontefice, alcuni temi fin ora problematici, collegati facilmente con quello della sessualità, come il celibato, il sacerdozio alle donne, l’omosessualità etc, saranno nel futuro risolti e scomparirà del tutto il fenomeno dei preti pedofili e quello degli abusi sessuali clericali.

In parole povere: credo che la morale sessuale della Chiesa Cattolica debba cambiare per aiutare le persone a vivere il potenziale di sessualità nella loro vita e nelle loro relazioni in maniera da contribuire ad un arricchimento.

Sono sicuro che giungerà il giorno – non si sa ancora quando – in cui anche la dottrina della Chiesa si evolverà.

Di ciò era convinto Karl Rahner, che riferendosi anche ai dogmi diceva: “i dogmi sono come lampioni nell’oscurità, solo gli ubriachi vi si abbarbicano”.

Applicando quest’immagine ai principi morali, sui quali necessariamente deve fare riferimento sempre la Chiesa, essi sono dei lampioni nella notte, che danno luce, orientamento, ma decidere che cosa fare, spetta però solo ed esclusivamente a ciascuno di noi, nella consapevolezza che dalla scelta che facciamo scegliamo di essere o non essere cristiani.