Giornata Malattie Reumatologiche: la Ricerca cambia il futuro dei pazienti. Personalizzare e prevenire, le nuove sfide

In occasione della Giornata delle Malattie Reumatologiche, la Fondazione Italiana per la Ricerca in Reumatologia (FIRA) richiama l’attenzione sull’importanza della ricerca scientifica, motore del progresso medico e garanzia di una migliore qualità di vita per oltre 5 milioni di italiani che convivono con una patologia reumatologica.

Le malattie reumatologiche rappresentano la prima causa di disabilità nei Paesi occidentali e comprendono oltre 150 differenti patologie – tra cui artriti, artrosi, osteoporosi, fibromialgia, lupus, sclerodermia, connettiviti e gotta – con un impatto economico e sociale stimato in 20 miliardi di euro l’anno tra costi diretti e indiretti. Sono malattie croniche che colpiscono prevalentemente le donne, ma possono interessare anche i giovani e i bambini, incidendo profondamente sulla qualità della vita.

Negli ultimi vent’anni la ricerca ha completamente trasformato il panorama terapeutico, passando da cure sintomatiche a strategie mirate e personalizzate, come spiega il Prof. Alberto Cauli, Presidente di FIRA e docente all’Università di Cagliari:

La comprensione dei meccanismi alla base delle malattie reumatologiche e l’identificazione dei mediatori responsabili dei processi patologici – come il TNF alfa, le interleuchine 17 e 23 o gli enzimi Jak – hanno portato allo sviluppo di farmaci biotecnologici e ‘targeted’, capaci di colpire in modo selettivo il bersaglio molecolare. Questo ha rivoluzionato la prognosi di patologie come l’artrite reumatoide, le spondiloartriti e il lupus, permettendo di raggiungere la remissione clinica nella maggior parte dei casi”.

Grazie ai nuovi trattamenti e all’applicazione di strategie come il treat to target (cura orientata all’obiettivo) e il tight control (monitoraggio ravvicinato), oggi molti pazienti conducono una vita attiva e autonoma, evitando le disabilità che un tempo erano inevitabili. “Basti pensare all’artrite reumatoide – aggiunge Cauli – dove oggi non osserviamo più le deformazioni e le disabilità di un tempo: nella maggioranza dei casi i pazienti possono condurre una vita praticamente normale”.

Le prospettive della ricerca reumatologica sono orientate ora, in particolare, verso una medicina di precisione, in grado di adattare la terapia al singolo individuo.

“Stiamo lavorando per rendere la cura sempre più personalizzata – spiega Cauli – interpretando i biomarcatori di ciascun paziente per scegliere il farmaco più efficace, prevedere la risposta clinica ed evitare effetti collaterali. Man mano che progrediremo nella comprensione dei meccanismi patologici, il medico potrà letteralmente ‘cucire su misura’ la terapia per ogni persona”.

Parallelamente, la ricerca mira a prevedere e prevenire: individuare soggetti a rischio sulla base di specifici biomarcatori di suscettibilità e intervenire prima che la malattia si manifesti.

Un ulteriore fronte di studio, di grande innovazione, riguarda le terapie di riprogrammazione del sistema immunitario, come le CAR-T cells, che potrebbero in futuro portare a una remissione prolungata senza farmaci, avvicinandosi al concetto di “quasi guarigione”.

Investire nella ricerca indipendente in Italia: una priorità strategica

Per ottenere questi risultati, è fondamentale sostenere la ricerca indipendente italiana, che contribuisce in modo concreto al progresso scientifico internazionale e al miglioramento della pratica clinica nei centri reumatologici del Paese.

Essere protagonisti della ricerca – sottolinea Cauli – significa permettere ai nostri reumatologi di restare aggiornati, di partecipare allo sviluppo delle nuove terapie e di tradurre rapidamente le innovazioni scientifiche in benefici per i pazienti. L’investimento nella ricerca non è una spesa, ma un valore che si traduce direttamente in salute, benessere e competitività del sistema Paese”.

Fondata nel 2006 su iniziativa della Società Italiana di Reumatologia (SIR), la Fondazione Italiana per la Ricerca in Reumatologia (FIRA ETS) è un’organizzazione senza fini di lucro che sostiene la ricerca scientifica sperimentale indipendente nel campo delle malattie reumatologiche.

FIRA finanzia progetti di ricerca condotti da giovani ricercatori e centri italiani, promuove corsi di formazione e master universitari, e sostiene iniziative volte alla diffusione della conoscenza e alla crescita delle competenze nel campo delle scienze reumatologiche. Le attività di FIRA sono rese possibili grazie alle donazioni dei cittadini e alla destinazione del 5×1000 (https://www.fondazionefira.it/come-donare-ricerca.asp), strumenti essenziali per continuare a sostenere la ricerca italiana e offrire nuove prospettive a milioni di pazienti.

 

FIRA ETS

La Fondazione Italiana per la Ricerca in Reumatologia (FIRA) è un ente senza scopo di lucro (ETS del Terzo Settore), costituita nel 2006 su impulso della Società Italiana di Reumatologia (SIR). Da allora, FIRA si impegna a sostenere la ricerca scientifica sperimentale indipendente per la diagnosi e la cura delle malattie reumatologiche, promuovendo progetti di laboratorio, borse di studio, premi e contratti di ricerca, oltre a corsi di formazione e master universitari.

 

Le malattie reumatologiche

Le malattie reumatologiche – tra cui artriti, artrosi, osteoporosi, fibromialgia, lupus, sclerodermia, connettiviti, gotta -, sono patologie croniche che hanno pesanti riflessi sulla qualità di vita dei malati. In Italia si stimano più di 5 milioni i pazienti, di tutte le età, affetti da malattie reumatologiche con un costo di circa 20 miliardi all’anno. Nei paesi occidentali, le malattie reumatologiche rappresentano la prima causa di disabilità e riguardano oltre 150 differenti patologie ad alto impatto sociale, sia per i costi che per il numero di malati, che aumentano con l’avanzare dell’età senza tuttavia risparmiare i soggetti più giovani inclusi bambini e adolescenti e avendo una “predilezione” per il genere femminile. Queste patologie, per le due costanti dell’infiammazione e del dolore, portano a un ricorso al farmaco così frequente da rappresentare la seconda causa assoluta di prescrizione. Negli ultimi anni la ricerca reumatologica ha fatto enormi progressi nella identificazione delle cause delle principali malattie reumatologiche con ricadute cliniche determinanti nell’identificazione di nuovi markers diagnostici e di nuovi presidi terapeutici che hanno contribuito a migliorare la vita dei pazienti.