Fede e scienza sono in conflitto fra di loro?

“Fede e scienza sono in conflitto fra di loro?”. È stata questa la domanda che mi sono posta in un recente incontro al quale ho partecipato, organizzato da un Circolo culturale.  Essa, in molta sintesi viene qui presentata.

 

di ANDREA FILLORAMO

 

Fra quanti hanno svolto, nell’ultimo secolo ma anche nel passato, un ruolo determinante in varie scoperte scientifiche, ci sono stati sempre dei preti. Fra questi c’è stato sempre un certo numero di Gesuiti che ha condotto a contributi significativi al progresso della scienza. Per esempio, alcuni gesuiti hanno compiuto studi sui terremoti, tanto che la sismologia è stata descritta come la “scienza Gesuita”. Inoltre i Gesuiti sono stati descritti come “il più importante contributo singolo alla fisica sperimentale del diciassettesimo secolo”.

Nel libro “ The Gesuits: Mission, Myth and Histories” lo scrittore Jonathan Wright afferma che nel diciottesimo secolo i Gesuiti avevano ormai “contribuito allo sviluppo di orologi a pendolopantografibarometritelescopi riflettori e microscopi, e a svariati campi della scienza, dal magnetismo, all’ottica e allo studio dei fenomeni elettrici. Osservarono, in alcuni casi prima di chiunque altro, le bande colorate sulla superficie di Giove, la nebulosa di Andromeda e gli anelli di Saturno. Teorizzarono la circolazione sanguigna (indipendentemente da Harvey), la possibilità teorica del volo, le modalità per cui la luna influenza le maree, la natura ondulatoria della luce“.

Prete ancora era Gregor Mendel, fondatore della genetica, uno scienziato schivo e riservato, che ha perseguito i suoi obiettivi con grande passione; un sacerdote che è vissuto per Cristo, che ha fatto della preghiera uno stato d’animo e il faro della sua vita, un prete-scienziato che fin da giovane era convinto che le forze della natura agiscono secondo una segreta armonia, che è compito dell’uomo scoprire per il bene dell’uomo stesso e la gloria del Creatore. Gregor Mendel fu quindi un pioniere non solo perché il primo ad effettuare studi sui meccanismi di ereditarietà, ma in quanto lo fece senza avere le conoscenze sul DNA che abbiamo oggi e ipotizzando la presenza di elementi senza poterne avere l’effettiva conferma. Inoltre tali meccanismi non sono sempre validi, ma bisogna prendere in considerazione anche fenomeni di biologia molecolare che ad oggi sono il centro di numerosi studi: capire come i geni vengono regolati nella loro espressione è fondamentale per capire di più su chi siamo.

Rammentiamo un altro prete-scienziato: George Lemaitre, che scriveva: “Ero interessato alla verità dal punto di vista della Salvezza così come alla verità dal punto di vista della certezza scientifica. V’erano due strade per giungere alla verità. Decisi di percorrerle entrambe”.

Lemaitre ha ideato e verificato matematicamente la teoria del Big Bang, secondo cui l’universo ha avuto origine da un’immensa esplosione, avvenuta circa 13 miliardi di anni fa, dalla quale è nata la materia.

“Oggi pochi pensano che l’origine del mondo, data dal Bing Bang contraddica l’intervento creatore divino ma lo esige. L’evoluzione nella natura non contrasta con la nozione di Creazione, perché l’evoluzione presuppone la creazione degli esseri che si evolvono”. Lo ha affermato anche Papa Francesco in un discorso rivolto alla Pontificia Accademia delle Scienze. “Dio – ha sottolineato – non è un demiurgo o un mago, ma il Creatore che dà l’essere a tutti gli enti. L’inizio del mondo non è opera del caos che deve a un altro la sua origine, ma deriva direttamente da un Principio supremo che crea per amore”. “Quando leggiamo nella Genesi il racconto della Creazione rischiamo di immaginare – ha osservato Papa Bergoglio – che Dio sia stato un mago, con tanto di bacchetta magica in grado di fare tutte le cose. Ma non è così. Egli ha creato gli esseri e li ha lasciati sviluppare secondo le leggi interne che Lui ha dato ad ognuno, perché si sviluppassero, perché arrivassero alla propria pienezza. Egli ha dato l’autonomia agli esseri dell’universo al tempo stesso in cui ha assicurato loro la sua presenza continua, dando l’essere ad ogni realtà. E così la creazione è andata avanti per secoli e secoli, millenni e millenni, finché è diventata quella che conosciamo oggi”.

Quanto dice Papa Francesco coincide con l’esegesi dell’ultimo secolo sostenuta dai teologi cattolici. Già nel lontano 1909 la Pontificia Commissione Biblica. Infatti, scriveva: “Siccome scrivendo il primo capitolo della Genesi, l’autore sacro non ha avuto l’intenzione di insegnare scientificamente la costituzione intima delle cose visibili e l’ordine completo della creazione, ma piuttosto ha voluto dare alla sua gente un racconto popolare conforme al linguaggio comune dei suoi contemporanei, e adattato ai sentimenti e alla capacità degli uomini, non è necessario cercarvi scrupolosamente e sempre la proprietà del linguaggio scientifico”.

Fede e scienza, quindi, sono complementari e non conflittuali fra loro. La scienza gioca un ruolo importante, mentre la fede ci aiuta a rispondere ad altre problematiche vitali con cui la scienza non può confrontarsi: da ciò che dobbiamo fare a cosa possiamo sperare