IL VANGELO SECONDO ANDREA FILLORAMO: CHIESA, ESORCISMO, CREDENTI, FEDE

di ANDREA FILLORAMO

A chi mi chiede tramite email, dopo aver letto la mia lettera aperta a un amico esorcista pubblicata su IMG Press il 17 marzo u.s, maggiori chiarimenti sulla possessione diabolica e sulla figura dell’esorcista, riporto uno stralcio di un  mio articolo del 4 gennaio 2017, che può essere rintracciato nella sua interezza anche in Rubrica, in cui rendo noti alcuni pareri personali.

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“Ho  molte difficoltà nell’accertarmi dell’esistenza del diavolo e della possessione diabolica, anche se nella Sacra Scrittura e nel Vangelo di questi  si parla.

A mio parere non è “contra fidem” ritenere che il “diavolo” del Vecchio Testamento e quello dei Vangeli possa essere una personificazione del male contro il quale i profeti e lo stesso Gesù hanno lottato.

Né, tantomeno, posso facilmente contrastare chi oggi sostiene che il diavolo sia una mera superstizione, frutto dell’ignoranza o, peggio ancora, sia soltanto l’immagine becera riverberata dalla produzione hollywoodiana, che a partire dagli anni Settanta ha prodotto l’«Esorcista», «Rosemary’s baby», il «Presagio», etcc.

Nella Cristianesimo, come in altre religioni, non sono mai mancati gli esorcismi e, quindi, gli esorcisti, cioè i “cacciatori di Satana”.

Risulta che il loro intervento fino all’inizio degli anni Novanta, non era sempre apprezzato dai vescovi ed era appena tollerato nelle diocesi.
È stato Papa Wojtyla, portatore di una religiosità tipicamente polacca, che ha istituito un albo per raccogliere i 250 sacerdoti che avevano l’abilitazione all’esercizio di una pratica ritenuta dal Papa necessaria, attraverso la quale si tendeva a capire la natura del disturbo “diabolico”: se, cioè, si aveva di fronte un indemoniato vero o se si trattava di una manifestazione di origine psichiatrica. Allo stesso tempo alcune università pontificie presero a organizzare periodicamente dei corsi di aggiornamento.

In molte diocesi esistono pochi e selezionatissimi uomini di preghiera che possono praticare questo rito: solo su nomina diretta del vescovo, previa un’accurata valutazione da parte di quest’ultimo riguardo alla preparazione, alla motivazione e all’attitudine dell’aspirante.

La nomina infine è rinnovata di anno in anno proprio per garantire che l’esorcista non perda le caratteristiche che gli hanno permesso di divenire tale.
Per poter praticare un esorcismo il Diritto Canonico richiede solide conoscenze scientifiche e comprovate caratteristiche di integrità, pietà e prudenza, non solo per poter affrontare il diavolo, ma anche per essere in grado di discernere con certezza una vera possessione, dall’ossessione e/o da varie tipologie di malattie mentali.
Da evidenziare che la possessione demoniaca non è una malattia riconosciuta dalla medicina o dalla psichiatria in quanto tale.

A molti che si credono preda di una possessione demoniaca spesso vengono diagnosticati disturbi mentali quali isteria, mania, psicosi, schizofrenia e altri. Nei casi in cui è diagnosticato un disturbo di personalità multiplo (chiamato disturbo dissociativo dell’identità, DDI), nel 29% dei casi i soggetti affermano addirittura di identificarsi in un demone.

Secondo la scienza, l’illusione che l’esorcismo funzioni è da attribuire all’effetto placebo e alla suggestione..

Concludendo: oggi, purtroppo sono tanti i biechi fattucchieri e imbroglioni con poca attenzione alla fede e alla salute mentale che dicono di praticare l’esorcismo. Speriamo che nessun prete esorcista appartenga alla categoria di chi sfrutta le condizioni disperate di chi si rivolge a loro come estrema àncora di salvezza. Sarebbe facile far finire questo mercato dell’imbroglio ma non si riesce nell’intento anche perché è francamente difficile affermare con certezza in tutti i casi che l’esorcismo praticato (imporre le mani, alitare sul viso o benedire) sia frutto di suggestione o altro.