Cresce ancora la persecuzione anticristiana

Porte Aperte pubblica la WORLD WATCH LIST 2024 (WWL)[1], la nuova edizione della lista dei primi 50 paesi dove più si perseguitano i cristiani al mondo. Cresce ancora la persecuzione anticristiana in termini assoluti[2], mantenendo l’impressionante accelerazione degli ultimi 10 anni. Ecco una sintesi dei risultati principali, seguita dalla tabella della persecuzione in cifre:

  • salgono da 360 a oltre 365 milioni nel mondo[3] i cristiani che sperimentano almeno un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede (1 cristiano ogni 7);
  • la Corea del Nord stabile al 1° posto;
  • Africa Subsahariana: più si destabilizza, più cresce la violenza su base religiosa;
  • tra i circa 100 paesi monitorati aumenta la persecuzione in termini assoluti, con 78 paesi (non più 76) con un livello almeno alto[4] e salgono da 11 a 13 i paesi con livello estremo;
  • diminuiscono le uccisioni di cristiani da 5.621 a 998, per il calo in Nigeria durante le elezioni 2023, poi riprese a pieno ritmo nel resto dell’anno: la Nigeria rimane epicentro di massacri;
  • 231 le vittime di abusi, stupri e matrimoni forzati: la punta di un iceberg;
  • attacchi senza precedenti contro chiese (da 2.110 a 766): la Cina (19°) esporta il modello di persecuzione digitale, mentre aumenta la violenza in India (11°) in vista delle elezioni;
  • l’influenza di Cina e Russia in Africa peggiora la vita dei cristiani e il fenomeno Chiesa “Profuga”;
  • Nicaragua: la libertà religiosa si deteriora rapidamente;
  • Medio Oriente e Nord Africa:
    i cristiani si sentono sempre meno a casa.

Per scaricare infografiche, foto, mappa e video relativi a questo report “WWL 2024”: clicca qui

BREVE ANALISI

Grazie ai progetti di sostegno pratico dei cristiani perseguitati in oltre 70 paesi, Porte Aperte/Open Doors è stata in grado di creare reti locali che da 31 anni sono una delle componenti essenziali della ricerca sul campo; a queste reti si aggiungono ricercatori nazionali (che raccolgono informazioni nella loro nazione), esperti esterni (che forniscono informazioni di altre fonti nazionali e internazionali per un cross-check costante) e un team ad hoc di analisti (WWR, che combina tutte le ricerche per redigere il risultato finale), per un totale di circa 4.000 persone coinvolte e la produzione di circa 2.500 pagine di report ogni anno, tra analisi, questionari, trend e dossier delle singole nazioni.

Nella WWL 2024 ancora una volta si registra il più alto livello di persecuzione da quando la WWL viene pubblicata, confermando l’aumento costante degli ultimi anni. Altro segno visibile del declino della libertà religiosa dei cristiani nel mondo è il fatto che dall’edizione del 2021 troviamo nella mappa dei primi 50 paesi solo nazioni con un livello molto alto ed estremo di persecuzione e discriminazione, scomparendo quindi il livello alto[5]. Salgono a oltre 365 milioni nel mondo (erano 360 nella WWL 2023) i cristiani che sperimentano almeno un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede[6]: globalmente 1 cristiano ogni 7 è toccato da questo fenomeno, che divisi in macro-aree geografiche diventano: 1 cristiano ogni 5 in Africa; 2 cristiani ogni 5 in Asia e 1 ogni 16 in America Latina.

La nostra ricerca abbraccia 4 tipologie di comunità cristiana:

  • Comunità di espatriati o di immigrati,
  • Chiese storiche (come quelle cattoliche, ortodosse e protestanti tradizionali),
  • Comunità protestanti non tradizionali (come gli evangelici, i battisti, i pentecostali e tutti gli altri gruppi di cristiani che non sono inclusi nelle prime due categorie)
  • e la Comunità di convertiti al cristianesimo (dall’islam, dall’induismo ecc., spesso i più colpiti dalla persecuzione).

 

TOP 13 – I luoghi più pericolosi al mondo dove essere cristiani

Salgono da 11 a 13 i paesi che mostrano un livello di persecuzione e discriminazione definibile estremo (segnalati in rosso nella mappa). La Corea del Nord rimane stabile al primo posto[7]: i rimpatri forzati di fuggitivi nordcoreani da parte della Cina (che li destina a carcere, tortura e in alcuni casi morte), uniti alla politica del regime nordcoreano di tolleranza zero per i cristiani, rendono impossibile vivere la fede cristiana in questo paese.

Nelle prime 5 posizioni ci sono 3 nazioni fortemente islamiche, come evidenza del fatto che l’oppressione islamica rimane una delle fonti principali di intolleranza anticristiana: Somalia (2°), Libia (3°) e Yemen (5°), quest’ultime si scambiano di posto rispetto all’anno precedente. Qui le fonti di persecuzione sono connesse a una società islamica tribale, all’estremismo attivo e all’instabilità endemica di questi paesi: la fede cristiana va vissuta nel segreto e, se scoperti, i cristiani (specie se ex-musulmani) rischiano anche la morte. L’Eritrea è stabile al 4° posto, confermando la propria nomea di “Corea del Nord dell’Africa”, così come la Nigeria al 6°, confermandosi la nazione dove si uccidono più cristiani al mondo (4.118).

Il Pakistan al 7° posto è stabile nella top 10 da molti anni, rimanendo la seconda nazione al mondo dove si manifesta più violenza anticristiana (dopo la Nigeria). L’Iran scende al 9°, ma per effetto dell’aumento di punti di chi lo precede, non per una sua diminuzione del punteggio (che infatti aumenta di 0.4): costretti ad incontrarsi in piccoli gruppi in casa, i cristiani e le chiese sono percepiti come minacce al regime islamico e, come in tutti i succitati paesi islamici, i convertiti al cristianesimo sono esposti a maggiori rischi. Stesso discorso vale per l’Afghanistan, che aumenta di 0,5 punti, ma scende al 10° posto: dopo l’avvento dei Talebani nel 2021, molti cristiani sono stati uccisi (tramite una vera e propria caccia all’uomo), una piccola parte è riuscita a nascondersi, mentre una grossa fetta è fuggita all’estero. Nel 2022 e 2023, invece, cala il punteggio relativo alla violenza contro i cristiani[8], poiché l’attenzione dei Talebani si è concentrata sul consolidare il loro potere, affermando a più riprese che ogni presenza cristiana era stata debellata. Ciò fa comprendere che questa diminuzione degli atti violenti nel periodo in esame non significa assolutamente che la vita dei convertiti alla fede cristiana sia più sicura in Afghanistan. Semplicemente hanno smesso di cercarli e l’esiguo numero rimasto vive a un livello totale di clandestinità.

È il Sudan a salire dal 10° all’8° per lo più a causa di un aumento della violenza (contro singoli e contro chiese), mentre la pressione sulle 5 sfere della vita del cristiano analizzate nella WWL rimane alta[9].

Stabile all’11° posto è l’India, di cui denunciamo da anni il declino delle libertà fondamentali della minoranza cristiana, bersaglio di violenze e discriminazioni. Nel periodo in esame sono 160 i cristiani uccisi per ragioni legate alla fede e almeno 2.228 le chiese o proprietà pubbliche cristiane attaccate.

 

Cifre principali della persecuzione

Le uccisioni di cristiani per motivi legati alla fede diminuiscono leggermente a 4.998 da 5.621 (2023): è la Nigeria a determinare questa diminuzione, visto che là le uccisioni passano da 5.014 a 4.118, un calo dei primi mesi dell’anno in concomitanza con le elezioni nazionali (febbraio/marzo 2023); purtroppo, poi i massacri sono ripartiti a pieno ritmo. Ricordiamo che queste cifre vanno ritenute “conservative”.

Impressionante il dato degli attacchi e/o chiusure/confische di chiese e proprietà pubbliche cristiane (ospedali, scuole e simili): addirittura 14.766 (da 2.110 WWL 2023), soprattutto per effetto della strategia di oppressione della Cina (da sola oltre 10.000 casi): va segnalato che dal 2016 ad oggi oltre 30.000 chiese sono state chiuse, confiscate o distrutte in Cina! (vedasi più avanti approfondimento sulle dinamiche). La cosiddetta “persecuzione digitale” rimane uno degli strumenti più efficaci usati dal governo cinese per limitare la libertà religiosa: il cosiddetto “modello cinese” di controllo della popolazione e sviluppo senza diritti viene pericolosamente emulato da altri stati, a cui la Cina esporta tecnologia a tal scopo.

Il numero di rapimenti di cristiani, pur diminuendo, rimane alto: 3.906, di cui almeno 3.500 solo nelle 3 nazioni africane di Nigeria, Repubblica Centrafricana (28) e Congo DR (41).

Sono decine di migliaia ogni anno, invece, i cristiani aggrediti (picchiati o vessati con minacce di morte) esclusivamente a causa della loro fede: la stragrande maggioranza di questi casi non viene alla luce, ma un dato minimo di partenza per il periodo in esame va oltre le 42.800 (erano 29.400 l’anno scorso). Gli attacchi a case, negozi e attività economiche di cristiani crescono enormemente da 6.700 a oltre 27.100 unità, creando sovente un danno permanente alla capacità di sostentamento di queste persone e costringendole spesso alla fuga (sfollati o rifugiati).

Il fenomeno della Chiesa profuga cresce anche quest’anno, dunque, cosa che non sorprende visto l’aumento di profughi e rifugiati registrato a livello internazionale: il mix di violenze, minacce e discriminazioni rendono la fuga l’unica alternativa[10].

Se la violenza attira maggiormente l’attenzione, la pressione, fatta di vessazioni quotidiane, affrontata dalle comunità cristiane è altrettanto devastante e in costante aumento. Questa pressione si esprime in una miriade di forme: discriminazione sul lavoro, non accesso alla sanità e all’istruzione, pressioni e minacce per far rinunciare alla propria fede, negazione del soccorso in caso di calamità, una burocrazia che impedisce l’autorizzazione delle chiese e molto altro.

 

Violenza e abusi contro le donne (e non solo)

Lo ripetiamo ogni anno: è difficile raccogliere dati certi sul numero di vittime di stupro e abusi a causa della fede: in molti paesi le denunce sono rare, per ragioni culturali e sociali. Tuttavia, un dato minimo di partenza, secondo le nostre stime incrociate con testimonianze raccolte, è 2.622 (erano 2.126 l’anno scorso), a cui si sommano oltre 609 matrimoni forzati. Questi sono la punta di un iceberg ben più imponente. La vulnerabilità domestica colpisce specificamente le donne e i bambini appartenenti alle minoranze. Porte Aperte/Open Doors negli ultimi anni sta potenziando la ricerca sul campo della violenza di genere, scoperchiando un universo di abusi sconvolgente (a marzo 2024 seguirà l’annuale report dedicato nell’area PRESS del nostro sito)[11]. In Nigeria la violenza sessuale viene usata come arma per terrorizzare le comunità cristiane, così come in Burkina Faso, Congo DR, Camerun e Repubblica Centrafricana. Ma abusi si sono registrati anche in Siria, Pakistan, Arabia Saudita e India.

 

Trend e Dinamiche Persecutorie Principali

Ecco le dinamiche principali che i nostri analisti mettono in evidenza:

  • Africa Subsahariana: più si destabilizza, più cresce la violenza su base religiosa;
  • l’influenza di Cina e Russia nell’Africa Subsahariana peggiora la vita dei cristiani e il fenomeno della Chiesa “Profuga”;
  • India: aumenta la violenza in vista delle elezioni;
  • Attacchi senza precedenti contro le chiese da parte di governi, folle e milizie ribelli: attenzione alla persecuzione digitale;
  • i cristiani si sentono sempre meno a casa in Medio Oriente e in Nord Africa;
  • Nicaragua: la libertà religiosa si deteriora rapidamente;
  • la Corea del Nord torna stabile al numero 1.

Per approfondimenti sulle dinamiche persecutorie principali si veda più avanti.

                                                                                                                                         

Dichiarazioni di Cristian Nani, direttore di Porte Aperte/Open Doors:

“Non solo i massacri e i rapimenti, ma le oltre 14.000 chiese, cliniche e scuole cristiane attaccate o chiuse, le oltre 27.000 attività economiche saccheggiate o distrutte, costringono alla fuga famiglie e intere comunità cristiane, dando vita a esodi inumani e a una ‘Chiesa profuga’ che grida aiuto”

“In 31 anni di ricerca, registriamo un costante aumento della persecuzione anticristiana in termini assoluti! Il 2023 è dunque un anno record: 1 cristiano su 7 patisce discriminazione o persecuzione a causa della sua fede: è cruciale tornare a parlare di libertà religiosa nel dibattito pubblico”

“Più si destabilizza l’Africa Subsahariana, più cresce la violenza su base religiosa in quell’area per mano di milizie jihadiste e allevatori islamici Fulani. Si stima che oltre 16 milioni di cristiani sono sfollati o rifugiati in questa regione, mentre la Nigeria rimane l’epicentro di massacri con oltre 4.100 cristiani uccisi”.

[1] Periodo di riferimento ricerche 1 ottobre 2022 – 30 settembre 2023

[2] Ossia il punteggio totalizzato da tutti i 50 paesi WWL supera quello dell’anno scorso.

[3] I dati relativi ai soli 50 paesi della mappa WWL 2024, invece, parlano di 317 milioni.

[4] Punteggi per ciascun livello secondo la nostra metodologia di ricerca: alto (41-60, color ocra), molto alto (61-80, arancione) ed estremo (81-100, color rosso). Perciò 78 sono i paesi che superano 41 punti. Vedasi metodologia in fondo.

[5] Il livello “alto” o giallo/ocra si riscontra ancora per i paesi dalla posizione 58 alla 78, quelli cioè che secondo la nostra metodologia hanno totalizzato un punteggio da 41 a 60.

[6] Nei soli 50 stati della mappa sono 317 milioni, a cui si aggiungono altri 48 milioni con i 28 stati fuori dalla mappa che registrano un livello di persecuzione e discriminazione alto (sopra i 40 punti), per un totale di 365 milioni.

[7] La Corea del Nord ha occupato il primo posto dal 2002 ad oggi, ad eccezione del periodo di riferimento della WWL 2022.

[8] Attenzione: la minaccia di violenza è registrata nelle altre 5 sfere della vita del cristiano analizzate dal rapporto, mentre nella sfera della violenza vengono riportato SOLO gli eventi violenti effettivi (uccisioni, torture, aggressioni, ecc.)

[9] La WWL analizza la pressione sulle 5 sfere della vita del cristiano, ossia privato, famiglia, comunità, chiesa, vita pubblica, a cui si aggiunge la violenza come elemento a parte. Vedasi metodologia in fondo al report per dettagli.

[10] Nei campi/centri di accoglienza, poi, i cristiani spesso devono affrontare una “doppia vulnerabilità” connessa al loro credo: a titolo di esempio si pensi a campi profughi a maggioranza islamica in nazioni islamiche di persecuzione (Pakistan, Bangladesh, Iran, Tagikistan, ecc.).

[11] Per scaricare l’edizione precedente (2023) del report sulla Persecuzione Specifica di Genere, clicca qui