CON IL CORONAVIRUS SIAMO RIPIOMBATI A DUEMILA ANNI FA

Lo chiamano lockdown per renderlo più digeribile, ma si dovrebbe chiamare “arresti domiciliari”, come spesso giustamente lo definisce il giornalista Nicola Porro.

 

Sto leggendo in questi giorni un interessante testo di Rodney Stark, “Il trionfo del cristianesimo”, Lindau (2012), un sociologo americano che si occupa di fare la storia del Cristianesimo, dalla nascita fino alla globalizzazione.

Nel capitolo 6°, “Miseria e misericordia”, A Stark interessa descrivere il diverso comportamento dei romani pagani e quello dei primi cristiani di fronte alla diffusione delle due epidemie del 165 d.C. e del 265 d.C. che si sono abbattute sul tardo Impero Romano. Affidandosi agli studi e alle di fonti di storici del tempo e degli archeologi, ha descritto con raccapriccianti particolari quei tragici eventi, in particolare per quanto riguarda l’epidemia che si è abbattuta sulla città di Roma e di Atene.

Sotto il regno di Marco Aurelio, nessuno sapeva come curare le persone colpite dal morbo, tanto che il famoso medico Galeno fuggì inorridito da Roma diretto alla casa di campagna. Chi non poteva fuggire doveva evitare ogni contatto con i malati.

Quando apparivano i primi sintomi, le persone venivano letteralmente scaraventati in mezzo alla strada, dove i morti e i moribondi erano ammucchiati. Certo noi non siamo arrivati a questi estremi rimedi, forse lo hanno fatto in Cina.

Perchè ho raccontato questa storia? Perchè a me pare che le misure adottate dalle nostre Task force (15 commissioni) per complessivi 450 esperti, assoldati dai nostri governanti, definiti da un sito americano, novelli quisling, per altri sino-maduristi, sono né più e ne meno, le stesse misure adottate duemila anni fa.

In pratica da quello che abbiamo letto si può desumere che in quegli anni i romani per evitare i mortali contagi non hanno trovato di meglio che rinchiudersi in casa e isolarsi completamente dal mondo, magari lavandosi le mani in continuazione come ci stanno ripetendo i nostri 450 esperti.

Effettivamente in questi due mesi di raccomandazioni dagli esperti ne abbiamo sentite di tutti i colori, non intendo qui fare un noioso elenco. Fatto sta che ora ci siamo stancati di un lockdown perenne, e forse anche inutile, anche perchè dopo l’ennesimo proclama del premier Conte, non sta partendo la fase 2, al massimo quella 1,3.

Pertanto secondo Atlanticoquotidiano.it, si aggrava sempre più l’emergenza giuridica e democratica nel nostro Paese. A prescindere dal merito delle misure annunciate, protratte o alleggerite, siamo sempre in presenza, per i metodi scelti, di una intollerabile ferita allo stato di diritto. «Si tratta di un modo di procedere extra ordinem ed è sorprendente con quale facilità l’abbiano di fatto digerito le forze politiche, anche di opposizione, i gruppi mediatici e l’establishment economico, persino la casta dei giuristi e i corifei della “costituzione più bella del mondo”, in un Paese in cui si grida al pericolo fascista appena un leader di centrodestra appaia in grado di vincere le elezioni».

DOMENICO BONVEGNA

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