Cina, Radicali: intollerabile la repressione di Pechino contro la libertà di parola

Storie come quella di Zhang Xuezhong, avvocato difensore dei diritti umani, rilasciato stanotte dopo oltre 24 ore di sequestro da parte delle forze dell’ordine e un lungo interrogatorio, sono all’ordine del giorno. Storie di persone che vengono punite, messe in carcere o semplicemente fatte sparire nel nulla una volta prelevate dalla polizia.

Persone che hanno criticato il Governo cinese e i suoi strumenti di censura attraverso video, post o, come nel caso di Zhang, lettere, dichiara Patrizia De Grazia, coordinatrice dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta commentando quanto avvenuto a Shanghai, dove tre auto della polizia hanno portato via Zhang dal suo appartamento. Ancora non si conoscono le condizioni del rilascio. Il 43enne, che già nel 2013 era stato espulso dalla facoltà dove insegnava per aver mosso critiche simili a quelle che stavolta ha rivolto ai deputati dell’Assemblea nazionale del popolo cinese, ha scritto una lettera aperta sulla gestione dell’emergenza Covid-19. Nel testo evidenzia la necessità di adottare una nuova costituzione; di rispettare la libertà di parola e stampa; di un progresso politico a più voci; di scarcerare i prigionieri politici.

“Questa repressione della libertà di parola, – prosegue De Grazia – che si aggiunge alla lunga lista di diritti fondamentali dell’essere umano violati dal regime cinese, è semplicemente inaccettabile. Noi continueremo a denunciare e a combattere contro ognuna di queste violazioni, perché uno Stato che impone il silenzio ed è disposto a ottenerlo a costo dell’incolumità e della libertà personale dei propri cittadini, si chiama dittatura”.