Chiesa, vangelo & profezie: basta con le favole

Chiesa, vangelo & profezie: a nessuno dovrebbe essere permesso, pur nel rispetto delle tradizionali devozioni che si devono alla Madonna, attribuirle, come avviene a Medjugorje apparizioni quotidiane inesistenti, messaggi spesso insulsi, ripetitivi, qualche volta teologicamente errati, attese di rivelazioni di segreti che non potranno mai avvenire…

 

di ANDREA FILLORAMO

Basta con le favole, i miti, le menzogne, le visioni, le profezie, i messaggi, il terrore apocalittico, legati a Maria, la Madre di Gesù, che tutti vorremmo vedere come, nel “Magnificat”, recitato nell’incontro con Elisabetta, quando con l’animo pieno di gioia gridava al mondo: “tutte le generazioni mi diranno beata” e beata significa contenta, felice e non lacrimevole e piagnona con lacrime addirittura di sangue come in alcune pseudo-apparizioni. Sono queste espressioni, talvolta anche patologiche, o almeno visionarie che nascono da una visione distorta della vita e del cristianesimo – elaborate da cattolici retrivi e superstiziosi – che non hanno nulla a che fare con il vangelo, con quanto Gesù ha detto e ha promesso.

 A nessuno dovrebbe essere permesso, pur nel rispetto delle tradizionali devozioni che si devono alla Madonna, attribuirle, come avviene a Medjugorje apparizioni quotidiane inesistenti, messaggi spesso insulsi, ripetitivi, qualche volta teologicamente errati, attese di rivelazioni di segreti che non potranno mai avvenire, poiché per la dottrina cattolica, la rivelazione si è definitivamente chiusa con la morte dell’ultimo apostolo. Diciamo con chiarezza che non solo non esiste nessuna apparizione di Maria a Medjugorje, ma che nessuna statua trasuda sangue a Civitavecchia (dove il sangue, ad una semplice analisi del DNA è risultato di genere maschile) e a Giampilieri, che offre l’immagine di un cattolicesimo bigotto, bacchettone, riservato ad un “ clan” che non permette neppure di  scattare delle foto alle immagini  abbruttite da macchie di color rosso collocate in una piccola stanza, dinnanzi alle quali si può notare una folla di donne anziane, che mosse da una pietà profonda, inviano baci con la mano.  .

Cerchiamo di ragionare assieme: tutte le religioni hanno nei loro miti e forse nelle loro origini presunte credenze di eventi miracolosi. Le religioni pagane greche e romane sono costellate da miti dove gli dei appaiono, si mescolano a mortali, con essi si accoppiano, scatenano pestilenze, soccorrono ecc. Ciò non toglie che esistono differenze, nel retroterra culturale dei vari popoli, che ne determina una differenza di approccio su fenomeni presunti “miracolosi”. Non per nulla, santi e madonne più o meno piangenti appaiono in zone culturalmente arretrate, dove la superstizione impera, mentre in popoli di altro spessore o che hanno semplicemente un approccio più razionale nel descrivere gli eventi, come Anglosassoni e Scandinavi, lì le madonne scarseggiano. 

Oggi il mistero, l’occulto è di moda: popolari trasmissioni televisive, libri, giornali, riviste e Internet diffondono continuamente notizie sensazionalistiche di fenomeni di fronte ai quali la ragione e la scienza sarebbero incapaci di fornire una spiegazione. Ma tali fenomeni esistono veramente? La scienza è davvero impotente di fronte ad essi? Se si va oltre all’approccio superficiale che caratterizza tanti media, ci si rende conto che le cose stanno ben diversamente. Ogni volta che la scienza si è impegnata nello studio di presunti fenomeni misteriosi è sempre riuscita a trovare spiegazioni. Illusioni cognitive, errori percettivi, eventi insoliti ma perfettamente normali che contraddicono le nostre aspettative, trucchi e imbrogli deliberati consentono di interpretare questi fenomeni senza bisogno di tirare in ballo altre dimensioni, entità disincantate, madonne e santi o altre bizzarre e infondate congetture. Un’indagine scientifica illumina il lato oscuro della credulità popolare.

Si rassegnino e se ne diano una ragione, quindi, i molti devoti, la cui fede rispettabile è il prodotto della spinta emotiva che tende a oggettivare i propri desideri, le proprie aspirazioni, le proprie credenze. Poniamo fine a tutti gli speculatori del sacro che si annidano anche nelle parrocchie dove ci sono parroci zelanti, diventati operatori turistici che non si lasciano scappare nessuna occasione per convogliare verso Medjugorje i fedeli, ritenendo che in un tempo in cui la secolarizzazione si appropria sempre di più della coscienza dei cristiani, il turismo sacro sia l’unica strategia pastorale per tenere legate le persone alla Chiesa.

Non tralasciamo di fare, infine, qualche considerazione certamente non benevola su Radio Maria, un’associazione, che in ogni ora del giorno e della notte fa sentire in modo ossessivo la sua voce che si conclude con l’invito ai fedeli, a nome della Madonna di Medjugorje, di fare un testamento olografo per lasciare in caso di morte i propri beni alla stessa Radio e ne detta le modalità suggerendo che “è  sufficiente scrivere di proprio pugno, su un foglio, la propria volontà di lasciare la somma di denaro, titoli, beni specifici, una quota specifica dei propri beni o di nominare erede universale del proprio patrimonio Associazione Radio Maria” e aggiunge che “lo scritto deve essere interamente scritto di pugno del testatore, compresa la data e la firma”. E’ indubbio che se rivolto a persone di una certa età o in una situazione di debolezza o ancora in uno stato emotivo creato dalla fede si tratta di una “manipolazione”, di un “lavaggio del cervello” intollerabile per chi dice di propagandare il culto di Maria.

Che Medjugorje sia un vero imbroglio è dimostrabile dal fatto che i veggenti si sono tutti arricchiti, tutti i vescovi che si sono succeduti a Mostar hanno dichiarato senza esitazioni che si tratta di un palese inganno da parte dei veggenti. Interessante è la storia di Padre Vlasic, il religioso, dal 1981 in poi, era stato il grande promotore di Medjugorje e forse anche l’ideatore, dove sei ragazzi, da lui guidati spiritualmente, avevano cominciato a riferire di avere visioni e colloqui quotidiani con la Madonna. Vlasic, in una lettera del 1984 a Giovanni Paolo II, affermava di essere «colui che, attraverso la Divina Provvidenza, guidava i veggenti di Medjugorje». La località dell’Erzegovina è così diventata uno dei santuari mariani più frequentati al mondo, anche se mai riconosciuto ufficialmente né dalla Santa Sede né dall’allora Conferenza episcopale jugoslava. Il vescovo di Mostar, responsabile della zona, Pavao Zanic, accusò il francescano di aver «inventato» tutto. A metà degli anni Ottanta il frate fu però costretto a lasciare Medjugorje dopo la rivelazione che aveva avuto un figlio da una suora, e si trasferì in Italia dove ha fondato la comunità Regina della Pace. Dal febbraio 2008, a padre Vlasic era stato imposto di vivere ritirato in un convento francescano all’Aquila, mentre era in corso l’inchiesta vaticana a suo carico per peccati di natura sessuale e per il sospetto di diffondere «eresia e scisma». Padre Vlasic, però, non aveva rispettato le misure disciplinari che erano state imposte ed era stato quindi colpito dall’«interdetto», che gli proibiva di ricevere i sacramenti e partecipare al culto pubblico. Il ministro generale dei Francescani, ha aggiunto il divieto di «rilasciare dichiarazioni su questioni religiose, specialmente sul fenomeno Medjugorje».

Negli anni passati altri frati in Erzegovina sono stati espulsi e «sospesi a divinis» per non aver consegnato alcune parrocchie ai preti diocesani. Tutti erano anche sostenitori delle apparizioni mariane, sulle quali la Chiesa non si è ancora espressa.

A questo punto credo che sia necessario accennare almeno ai numerosi scritti di Paolo Brosio, grande divulgatore della devozione della Madonna di Medjugorje. I libri da lui scritti e pubblicati sono più di dieci e, come facilmente si può capire i diritti d’autore sono tanti anzi tantissimi e questo sembra l’unico miracolo di Maria che potrebbe essere anche provato e certificato. È mia intenzione soffermarmi su questi scritti in un prossimo intervento.