Chiesa, abusi e sesso

Chiesa, abusi e sesso: è molto difficile affermare senza essere contestati che ci sia un certo automatismo fra l’omosessualità e la pedofilia clericale, e quindi fare anche l’ipotesi che possa esistere un omosessuale, consapevole del suo omo-orientamento sessuale che si rifugia nel sacerdozio…

 

di ANDREA FILLORAMO

Completo il mio pensiero su quanto richiestomi dal mittente dell’email che mi ha dato l’occasione di affrontare ancora una volta il tema della pedofilia clericale nell’articolo in cui al margine della sua presentazione, scrivevo; “Mi riservo di trattare in seguito il nesso esistente fra vocazione sacerdotale e omosessualità (tutto da dimostrare, come anche il fatto che il sacerdozio diventi un rifugio degli omosessuali – stando a quel che si chiede il mittente dell’email)”.

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E’ molto difficile affermare senza essere contestati che ci sia un certo automatismo fra l’omosessualità e la pedofilia clericale, e quindi fare anche l’ipotesi che possa esistere un omosessuale, consapevole del suo omo-orientamento sessuale che si rifugia nel sacerdozio, ritenendolo una condizione che renderebbe facilitato l’approccio con soggetti dello stesso sesso con i quali avere un approccio facilitato.
Non credo che questo sia stato, quindi, un argomento trattato dall’Assise del Papa con i Presidenti delle Conferenze Episcopali di tutto il mondo, in cui è stato forse finalmente e ufficialmente riconosciuto che fra i preti e i vescovi c’è una percentuale di omosessuali che approfittando del loro potere che deriva dalla loro ordinazione, hanno abusato di minori e per questo da condannare.
L’abuso, quindi, non è avvenuto in virtù del loro orientamento sia omo sia etero, ma dal fatto che non hanno raggiunto la maturità psicologica ed emozionale richiesta da uno stato adulto e particolarmente da uno stato clericale.
Più grave se gli abusatori sono vescovi, cioè selezionati con criteri che sarebbero inutili e fallimentari per essere riconosciuti come successori degli apostoli.
Se questo è vero e se è vero, come è accertato, che preti e vescovi abusatori di minori sono molti e sono tanti, ci troviamo davanti ad un fenomeno, che poi è mondiale, da studiare attentamente ma non soltanto da specialisti appartenenti al clero che hanno avuto la stessa formazione dei pedofili e, quindi, possono, anche involontariamente non rispettare o non accettare i risultati della ricerca, ma da studiosi anche molto lontani dalla “cerchia” clericale.
Ormai tutti sappiamo che l’omosessualità non è una patologia.
Omosessuali sono persone sane come chiunque altro.
Questo vale anche per preti e vescovi.
Inaccettabile, a prima vista, quel che scrive il gesuita James Empereur: “L’omosessualità è uno dei più significativi doni di Dio all’umanità. Attraverso la loro testimonianza di sofferenza, Dio ha scelto i gay e le lesbiche per rivelare qualcosa di Dio stesso che non ha rivelato agli eterosessuali”.
Diventa accettabile questa espressione se vuole affermare la necessità di una ricontestualizzazione del Vangelo per una riconciliazione, e una medicina portentosa che può essere offerta proprio ai marginalizzati che non sono, però, soltanto i gay. Sono convinto che dovranno passare più generazioni di preti, deve mutare totalmente la dottrina della sessualità nella Chiesa, prima che il fenomeno dei preti pedofili scompaia e che gli abusi sessuali operati dai preti diminuiscano a tal punto da non meritare più l’attenzione dei media,