Chiediamo solo il diritto di esistere

L’UE è chiamata a stare a fianco di coloro che sono perseguitati a causa della loro conversione di fede nell’area Medio-Oriente, Nord-Africa e oltre.

“Non vogliamo che cambiate la cultura dello Yemen o del Medio Oriente, chiediamo solo il diritto di esistere. Possiamo accettarci a vicenda?”.

Hassan Al-Yemeni* è stato imprigionato con l’accusa di spionaggio solo per essersi convertito dall’islam al cristianesimo, la “religione dell’Occidente”. La sua storia è una delle tante storie, raccontate e non, di persecuzione e discriminazione in Medio Oriente e Nord Africa.

Hassan ha lanciato un appello affinché l’Unione Europea sollevi la questione dei convertiti religiosi nelle relazioni estere con le controparti dell’area Medio Oriente e Nord-Africa in occasione dell’evento di ieri per il lancio della World Watch List di Porte Aperte/Open Doors (WWL 2024), il report annuale che elenca i luoghi più pericolosi in cui vivere come cristiani.

L’audience del Parlamento Europeo, composta da eurodeputati con i loro staff, da diplomatici dell’UE e da ONG con sede nell’UE, ha ascoltato le storie di cristiani convertiti in paesi a maggioranza musulmana, persone senza identità, perseguitate dai loro governi e rifiutate dalle loro comunità.

L’evento, presieduto dall’europarlamentare Miriam Lexmann (PPE) e aperto dalle osservazioni dell’europarlamentare Patrizia Toia (PD), è stato dedicato alla presentazione della World Watch List 2024.

Rilasciato e presentato al Parlamento Europeo all’inizio di ogni anno, il Report si avvale di un’ampia ricerca che raccoglie dati provenienti dagli operatori sul campo di Porte Aperte, dalle loro reti nazionali, da esperti esterni e da analisti della persecuzione per quantificare e studiare il fenomeno in tutto il mondo. Il Report di quest’anno copre il periodo 1 ottobre 2022 – 30 settembre 2023.

Cristian Nani (Porte Aperte Italia) ha presentato dati e trends dei primi 50 paesi in cui i cristiani sperimentano i più alti livelli di persecuzione.

Almeno 365 milioni di cristiani vivono, a livello globale, con minacce reali alla loro vita, ai loro mezzi di sussistenza e alle loro comunità ecclesiali a causa della loro fede. 1 cristiano su 7 è impattato da questo fenomeno. 4998 cristiani uccisi in tutto il mondo in attacchi legati alla fede. Le cifre probabilmente sono molto più alte, poiché molti eventi non vengono denunciati.

La maggior parte di queste uccisioni, registrate da Porte Aperte, sono avvenute nell’Africa Sub-Sahariana con la Nigeria scenario di massacri (pos.6).

La minaccia dei militanti islamici nell’Africa Sub-Sahariana si è intensificata fino al punto che molti cristiani della regione sono sempre più terrorizzati. Gli elementi islamici radicali che sfruttano l’instabilità politica sono un filo conduttore in tutto il continente africano. Le fratture nella governance e nella sicurezza hanno aperto la porta alle attività jihadiste intensificatesi, ad esempio, in Burkina Faso (pos.20), Mali (pos.14), Mozambico (pos.39), Nigeria e Somalia (pos.2).

La Corea del Nord (pos.1) resta il paese più pericoloso al mondo per esercitare la fede cristiana, il suo regime ha una politica di tolleranza zero nei confronti dei cristiani.

Nella WWL 2024 è stata registrata l’incredibile cifra di 14.766 fra attacchi, chiusure e demolizioni di chiese cristiane, ospedali, scuole ed edifici simili a confronto dei 2.110 registrati nel 2023.

Porte Aperte sostiene i cristiani proteggendo e promuovendo il loro diritto a credere, esprimere e praticare liberamente la propria fede, da soli o con altri, senza intolleranze e discriminazioni. È per questo motivo che la presentazione al Parlamento europeo si è concentrata sui cristiani convertiti da altre religioni, compreso l’Islam. Queste sono le comunità che spesso sono le più dimenticate e le più colpite dalle persecuzioni.

Le priorità nelle politiche per la libertà di religione o di credo che Porte Aperte propone in seno all’UE, così come presentate al Parlamento Europeo, riguardano il riconoscimento dell’interdipendenza tra la libertà di religione o di credo e gli altri diritti umani, incoraggiando il dialogo interreligioso e integrando l’analisi della libertà di religione o di credo nelle sue iniziative riguardanti gli affari esteri.

Hassan Al-Yemeni della Fondazione CDSI, insieme a Kamal Fahmi di Set My People Free e al dott. Yassir Eric di Communio Messianica hanno riflettuto sulle violazioni dei diritti umani a causa della conversione al cristianesimo in società e governi di paesi come lo Yemen (pos.5) e il Sudan (pos.8).

“Per misurare la democrazia, dovremmo guardare a come i paesi affrontano le conversioni. Se le persone possono esercitare il loro diritto intrinseco di pensare e cambiare il proprio credo”, afferma il dottor Yassir Eric.

In molti Paesi, rinnegare l’Islam è considerato reato di apostasia, punibile con la morte o il carcere. Il Sudan è un esempio positivo di abolizione della legge sull’apostasia e mostra quindi un segno di speranza per le minoranze religiose nei paesi a maggioranza musulmana.

Il dottor Eric aggiunge: “Questo [cambiamento di legge] significa che non è impossibile garantire la libertà di conversione in Medio Oriente e Nord-Africa”.

Gli oratori hanno fatto appello all’UE per sollevare le preoccupazioni sui diritti umani di coloro che subiscono violazioni per il semplice esercizio della libertà fondamentale di scegliere il proprio credo.

In particolare, Frans Van Daele, Inviato Speciale dell’UE per la libertà di religione o di credo al di fuori dell’UE, si è rivolto alla platea per riflettere sul suo mandato. Ha sottolineato la profondità e

l’ampiezza dei problemi legati alla libertà di religione o di credo in tutto il mondo dicendo che cerca di essere diplomatico e di non cercare mai “di imporre un punto di vista occidentale”. Cerca di costruire sulle attuali relazioni con i paesi terzi avvalendosi della conoscenza dei suoi colleghi della Comunità Europea e di SEAE.

Porte Aperte/Open Doors è un’organizzazione internazionale con 25 basi nazionali che sostiene e rafforza i cristiani perseguitati da quasi 70 anni e opera in 70 paesi.

Porte Aperte fornisce supporto pratico ai cristiani perseguitati sotto forma di beni di prima necessità, medicine, cura dei traumi, assistenza legale, case e scuole sicure, nonché sostegno spirituale attraverso letteratura cristiana, formazione e risorse.

Hassan Al-Yemeni* – pseudonimo