
CATANIA – Ventiquattro cavalli monumentali per correre controcorrente. Ventiquattro visioni poetiche per scardinare l’immaginario del degrado e dell’illegalità. Ventiquattro fotografie per costruire un altare dedicato alla Bellezza e al rispetto. Così nasce “Cavalli eretici di Librino”, la nuova installazione del Museo MAGMA, firmata da Antonio Presti e realizzata nell’ambito della Triennale della Contemporaneità dalla grande fotografa e reporter polacca Monika Bulaj, artista pluripremiata a livello mondiale, che lavora sui confini delle fedi e dei luoghi condivisi.
Mentre le cronache riportano a Catania nuovi blitz che svelano una realtà di stalle abusive, corse clandestine e maltrattamenti, a Librino prende forma una risposta fatta di visioni, quelle che da oltre vent’anni animano l’azione del presidente della Fondazione Fiumara D’Arte. Un intervento artistico e sociale che proprio in questi giorni sta nascendo dietro la Porta delle Farfalle, simbolo di rinascita per il quartiere, che continua il grande disegno di Presti: quello di trasformare Librino in un museo a cielo aperto, un’opera viva che si rinnova al ritmo delle emozioni.
Le immagini raccontano il cavallo non come simbolo di sfruttamento e illegalità, ma come creatura sacra, corpo libero in movimento, strumento di riscatto morale e sociale. Le fotografie monumentali, stampate su teli che arrivano fino a 9×6 metri, proprio in questi giorni sono in fase di installazione lungo il Cavalcavia che divide in due il quartiere. Un lavoro che nasce dopo una lunga immersione della fotografa Bulaj nei luoghi della legalità e della cura: l’Istituto di Incremento Ippico per la Sicilia e l’ASD Maneggio L’Ulivo di Librino. Qui il cavallo non è protagonista di corse clandestine, né di macellerie equine, ma creatura luminosa, compagna dell’uomo, simbolo di dignità. «L’Istituto opera da 150 anni – ha affermato Ignazio Mannino, commissario straordinario dell’Istituto di Incremento Ippico per la Sicilia – da tempo stiamo cercando di focalizzarci sugli aspetti sociali, e siamo felici di poter collaborare con il maestro Antonio Presti. Il cavallo è un animale molto socievole e, come il cane, instaura rapidamente un rapporto di empatia con l’uomo. Dunque combattiamo con tutte le forze ogni forma di maltrattamento che l’uomo compie nei suoi confronti. È importante che passino certi messaggi, riteniamo che soprattutto i giovani debbano essere formati ed educati».
«Da sei anni gestiamo il maneggio nel cuore di Librino, frequentato ogni giorno da cittadini della zona – sottolineano Marco Parasole e Marika Giuffrida (28 e 25 anni) del Maneggio L’Ulivo di Librino – per noi il cavallo è serenità e rispetto. È parte del nostro quotidiano: una scelta di vita che ci ha fatto girare il mondo e che oggi ci lega profondamente a questo territorio. Al maneggio viviamo immersi tra trenta cavalli: la protagonista del progetto del maestro Presti è Asia. Per noi contribuire a quest’opera è un vero orgoglio». Sul ponte del cavalcavia, una scritta lunga 41 metri reciterà: “Cavalli, poesia e meraviglia in movimento, che corrono verso la libertà; il sogno e la speranza di un futuro migliore”. Due cavalli bianchi, cavalli della luce, incarnano poi l’impegno e la visione di questo progetto: restituire al quartiere e ai suoi abitanti un’immagine altra, possibile, potente.
«I cavalli sono eretici perché si ribellano all’abitudine di una narrazione distorta – commenta il maestro Antonio Presti – perché manifestano la possibilità di scorgere e raggiungere la bellezza. Sono strumenti maieutici di conoscenza. La fotografia dunque diventa linguaggio propedeutico del Museo MAGMA: si fa abbraccio, sguardo, sogno. In questo percorso che durerà tre anni e continuerà per tutto il 2025 – con le prossime inaugurazioni delle “Grandi Madri” (opera fotografica di Lynn Johnson), dei “Cavalli Eretici” (opera fotografica di Monika Bulaj) e di “Cromatismo emozionale” (installazione monumentale di Paolo Bini, con 34 colonne che si ergono sulla montagna sacra di Librino), previste per venerdì 9 maggio – risponde a questa contemporaneità con la bellezza. E la bellezza, ancora una volta, salva, rigenerando la visione».
Il cavallo nel tempo è stato molto più di un animale da lavoro o da compagnia: è stato alleato di conquista, messaggero di popoli, simbolo di libertà e mezzo di trasformazione: «Il cavallo è associato a nobiltà d’animo – continua Presti – segno della connessione tra uomo e natura, tra terra e cielo, legato all’ideale di onore, fedeltà, coraggio. È l’animale del viaggio, sia fisico che spirituale: simbolo di energia cosmica, emblema della libertà interiore, capace di viaggiare tra i mondi e di portare con sé pulsioni e slancio per la rinascita. Come Pegaso nella mitologia greca, porta verso l’elevazione». E nel progetto di Antonio Presti, questa simbologia viene riscattata: il cavallo non più oggetto di sfruttamento e violenza, ma immagine di sacralità perduta, specchio dell’anima collettiva, atto poetico in movimento. «Un ringraziamento va alla Regione Siciliana, al Comune di Catania, all’Università degli Studi di Messina e al Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo – conclude Presti – che hanno creduto nell’istituzione di questo Museo monumentale che, grazie alle alleanze orizzontali e a nuove energie, consentirà al quartiere di Librino di ritrovare luce e colore, restituendo all’Anima un varco che conduce all’esperienza del Sogno».