Burnout: da quando è stato riconosciuto come sindrome dall’OMS ricerche di specialisti in aumento del 12%

A distanza di quattro mesi dal riconoscimento ufficiale della sindrome del burnout da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, gli italiani sembrano più attenti ai sintomi e alla cura delle conseguenze. Ad affermarlo è Dottori.it (https://www.dottori.it), sito e App leader in Italia per la prenotazione di visite specialistiche, che dal mese di giugno ha rilevato un incremento delle ricerche dei pazienti per questa patologia pari al 12%.

 

 

La maggiore attenzione verso questa sindrome, si traduce anche in un aumento delle prenotazioni di visite per psicologi e psicoterapeuti specializzati in burnout e stress da lavoro che, nel corso dell’ultimo anno, sono cresciute del 24%.

Ma quanto costa rivolgersi a un professionista della salute in grado di affrontare questo problema? Secondo l’analisi del portale la spesa media si aggira fra gli 80 e i 120 euro a seduta.

 

Più che gli uomini, sono le donne a ricercare maggiormente l’aiuto di questi specialisti, tanto da generare il 62% delle richieste sul portale legate al burnout. Un paziente su tre di quelli che vogliono prenotare una visita per problemi di stress da lavoro ha un’età media compresa fra i 25 e i 34 anni. Il 22%, invece, rientra nella fascia dai 35 ai 44 anni, tipicamente culmine della propria carriera lavorativa e quindi a maggior rischio burnout. Non è un caso che i pazienti da cui si registrano meno richieste di visite siano gli under 24 e gli over 65.

 

Il caos, i ritmi frenetici e gli impegni lavorativi, sembrano essere causa di stress e depressione soprattutto nelle grandi città del Nord Italia. È da Milano, a esempio, che proviene oltre un terzo delle richieste sul portale per medici specializzati nel burnout (36%). Seguono nella classifica delle città dove si ricercano maggiormente specialisti nella cura dell’esaurimento lavorativo Bologna (17%) e Torino (11%). Al quarto posto si trova Roma con il 9% dei pazienti, mentre in fondo alla classifica si trovano le città del Sud Italia da cui non si registrano particolari volumi di prenotazioni per questo disturbo.