Auguriamo al Papa una pronta guarigione e che possa portare avanti la sua rivoluzione nella Chiesa

di ANDREA FILLORAMO

Credo che nessuno si sia meravigliato più di tanto, del silenzio sul ricovero e sull’intervento chirurgico al quale è stato sottoposto Papa Francesco, che, come un semplice paziente, è arrivato al Policlinico Gemelli accompagnato dall’autista e da un suo stretto collaboratore. Un ricovero, quindi, “anonimo”, tanto che nessuno dei degenti si è accorto della sua presenza.

Stretto riserbo anche tra il personale: solo i medici direttamente coinvolti erano a conoscenza.

Tutti conosciamo  lo stile di vita del Papa argentino, uno stile semplice, sobrio e controtendenza, che rivoluziona persino il mondo della moda, tant’è che nel 2013, appena arrivato in Vaticano, la rivista per uomini Esquire l’ha scelto come il personaggio con il miglior vestito. Marzia Cataldi Gallo, professoressa dell’Università di Genova e autrice del libro “Vestire il Pontefice. Dall’Antico Testamento a Papa Francesco” (SAGEP, 2013) sostiene che Papa Bergoglio è “sobrio, attento al risparmio e alla povertà. Ma questo non sarebbe stato possibile senza Benedetto XVI. Le sue dimissioni – aggiunge – sono state una vera rivoluzione e hanno dato umanità e fragilità al ruolo del Pontefice. Adesso Francesco cammina in questa nuova via”.

Ricordiamo che il Papa tedesco – e lo scrivo riconoscendo anche la sua grandezza –   oltre agli indimenticabili mocassini rossi di Prada, usava solo scarpe Geox. Aveva anche un iPod Nano bianco con il suo nome inciso, regalo dei dipendenti di Radio Vaticano al suo 75° compleanno. Si proteggeva dal sole con un paio di occhiali Serengeti. Cose queste impensabili per Papa Bergoglio.

Forse bisognerebbe parlare di due modi diversi di considerare il ruolo del pontefice romano? Non lo so.

Certo che, come scrive Luigi Accattoli, “tutti I Papi attirano le folle come il miele le formiche ma ogni Papa ha un suo modo di gestire il magnetismo delle moltitudini” e quello del Papa argentino, sarebbe un “magnetismo di empatia o di risonanza”. Il Papa odia tutto ciò che richiama il cosiddetto culto di personalità.

Un esempio è dato da quanto ha  raccontato il quotidiano Clarìn, che ha riferito che Bergoglio, diventato papa, appena ha saputo dell’esistenza della statua a Buenos Aires, a grandezza naturale installata nel giardino attiguo alla Cattedrale metropolitana, ha telefonato personalmente e ha ordinato di «toglierla immediatamente”.

Ha dimostrato, così che respinge ogni segno di «vanità» e ogni culto di personalità che, oltre tutto egli ritiene una malattia specifica del clero, effetto del clericalismo che combatte apertamente.

Auguriamo al Papa una pronta guarigione e che possa portare avanti la sua rivoluzione nella Chiesa.