Aba Catania, un’Accademia per costruire la cittadinanza

Questo il messaggio della presidente Lina Scalisi, che ha ambiziosi obiettivi. Il direttore Tromba sull’inaugurazione di via Franchetti, “Una sede per ripartire”. La lectio magistralis della Giudice Costituzionale Silvana Sciarra e l’intitolazione dell’Aula Magna al fondatore Sciavarrello. Il prof. Frazzetto, “Fu il ‘nunzio’ dell’Arte a Catania”. E la figlia Patrizia parla dell’eredità lasciata agli studenti…

“Siamo convinti del potere sanificatore dell’Arte, del potere della Bellezza nel processo di costruzione della cittadinanza”.

Questo il passaggio più applaudito del discorso della presidente dell’Accademia di Belle Arti di Catania, Lina Scalisi, durante la doppia inaugurazione, in diretta streaming, dell’Istituzione: quella della nuova sede di via Franchetti, con la splendida Aula Magna intitolata al fondatore Nunzio Sciavarrello e quella dell’Anno accademico, con la lezione su “Arte, Cultura e Lavoro” della Giudice Costituzionale Silvana Sciarra.

L’inaugurazione – “in presenza” c’erano soltanto docenti e alcuni allievi – era stata aperta da Simone Marano, rappresentante degli studenti, che, citando Hegel (“Nel mondo nulla di grande è stato fatto senza passione”) ha parlato dei sacrifici: studiare “dentro aule in prestito, in corridoi così stretti e lunghi da non vederne la fine”. L’incubo “di trascorrere le giornate … sognando una sede che rispecchiasse quella Bellezza che la nostra Accademia ci ha insegnato ad amare”.

 

Tromba, una sede per ripartire

“Finalmente, – ha aggiunto il direttore dell’Aba, Vincenzo Tromba -, dopo le restrizioni anche nelle Accademie, l’istruzione in presenza riprende, da questa sede. Per diffondere attraverso l’Arte e la creatività, il contagio della Bellezza. Nel ricordo di chi, Sciavarrello, l’Accademia di Catania volle e fondò”. Citando un altro grande vecchio, Enzo Ferrari, Tromba ha aggiunto: “In una Formula 1 la cosa più importante è il motore, rappresentato, nel caso della nostra Istituzione, dal corpo docente. Ma un motore senza carburante non gira. E la benzina, per noi, sono i nostri studenti”.

 

Un’Istituzione autorevole

È intervenuta poi Lina Scalisi, sottolineando l’autorevolezza di questa Istituzione fondata nel 1967 e il cui prestigio è riconosciuto a livello nazionale. L’Aba, oggi, conta duemila studenti, centoquaranta docenti e un’offerta formativa tra le più ampie e variegate, con dodici corsi di primo livello e altrettanti di secondo, suddivisi in tre dipartimenti: Arti visive, Progettazione e arti applicate, Comunicazione e didattica dell’arte.

 

Il programma politico-amministrativo

La Presidente ha tracciato un programma politico-amministrativo che passa dall’acquisizione di nuove sedi – a cominciare dall’ala dell’ex ospedale Vittorio Emanuele per i laboratori, per la quale ha ringraziato il presidente della Regione Nello Musumeci –, dalla maggiore digitalizzazione, dall’incremento dei fondi per la ricerca e le borse di studio, cercando di attrarre anche studenti stranieri in collaborazione con le Accademie di tutto il mondo e collaborazioni con soggetti pubblici e privati della città e dell’Isola.

 

Scalisi, obiettivi alla portata dell’Aba

“Obiettivi ambiziosi – ha concluso Lina Scalisi – ma che sono alla portata dell’Aba, che conta, su un ottimo Direttore, un Consiglio d’Amministrazione di grande livello, così come la Direzione amministrativa e il Corpo docente. E tutti siamo a disposizione dei nostri studenti e del territorio, come dimostrano le recenti iniziative culturali, a partire dalle mostre diffuse”.

La Presidente ha poi dato la parola per la sua lectio magistralis, alla professoressa Sciarra, prima donna eletta dal Parlamento come Giudice Costituzionale e figura tra le più autorevoli del nostro Paese”.

 

La lectio magistralis

“Il Diritto – ha detto tra l’altro la prof. Sciarra, lungamente applaudita – si alimenta del suo linguaggio ed è anche creazione. Anche con riguardo all’Arte e alla Cultura, la Corte costituzionale, giudice delle leggi, vigila sul rispetto dei diritti fondamentali e guarda intorno a sé la società che cambia, per interpretarne le aspirazioni. Ha come ‘bussola’ il principio di ragionevolezza e non perde mai di vista il principio di eguaglianza”.

 

Frazzetto, Sciavarrello “nunzio” dell’Arte

Un altro grande applauso ha segnato la cerimonia d’intitolazione a Nunzio Sciavarrello dell’Aula Magna, che, per due settimane, che ospiterà una piccola mostra di dipinti e incisioni, appartenenti alla collezione privata dei figli, Patrizia, Clelia e Andrea.

Nomen omen – ha detto Giuseppe Frazzetto, docente dell’Aba e critico d’Arte, tratteggiando la figura artistica prima di parlare delle opere esposte -, Sciavarrello è stato ‘nunzio’, messaggero dell’Arte per l’ambiente etneo della seconda metà del Novecento: buona parte di quanto si è determinato nel campo artistico è dovuto alla sua instancabile attività d’artista, di organizzatore di cultura, di promotore di istituzioni didattiche ed espositive. È stato il fondatore di un ‘Sistema dell’Arte’, in anni in cui ai talenti etnei non veniva dato il giusto riconoscimento”.

 

Patrizia Sciavarrello, l’eredità del fondatore

Commossa la rievocazione della figura di Sciavarrello da parte della figlia maggiore, Patrizia, che ha ricordato come il padre avesse iniziato, bambino, a far da assistente a un pittore fiorentino, Fernando Cappuccio, chiamato a Bronte da alcuni nobili per affrescare i saloni dei  palazzi.

“Cappuccio – ha detto, rivolta agli studenti – ripeteva sempre: ‘La Cultura è alla base di ogni iniziativa intrapresa dall’Artista’. Un viatico che ha sempre accompagnato mio padre, sia quando, tra enormi sacrifici, partì per Roma per studiare, imponendosi in quella realtà artistica, sia quando tornò, per sua scelta, a Catania, deciso a far nascere qui scuole artistiche e persino un’Accademia. Quella frase è l’eredità che mio padre vi lascia”.

 

SCHEDE

 

Nunzio Sciavarrello, l’Artista

Grafico e pittore profondamente legato a una personale interpretazione delle sensibilità proprie della “Scuola Romana”, Nunzio Sciavarrello nel 1932 va a Roma per proseguire gli studi iniziati presso la Scuola comunale di disegno di Bronte. A partire dal 1943 racconta i “disastri della guerra” in una serie di incisioni. Nel 1946 si trasferisce a Catania. È tra i fondatori dell’Istituto statale d’arte (1950); quindi dà impulso determinante all’istituzione del Liceo Artistico (1964) e nel 1967 dell’Accademia di Belle Arti di cui per molti anni sarà direttore. Nel 1975 è premiato dalla Presidenza della Repubblica quale benemerito della Cultura. All’attività di pittore e incisore si affianca quella di scenografo e costumista. Numerose le personali e le partecipazioni alle più importanti mostre nazionali e internazionali. È presente alla 25° e 26° Biennale, e alla VI, VII, VIII e IX Quadriennale.

 

La sede di via Franchetti

La nuova sede dell’Accademia si trova al numero cinque della via Raimondo Franchetti, nel centro di Catania, in un edificio degli anni Cinquanta. Gli interni sono estesi per tremilacinquecento metri quadrati. Grazie ai lavori di adattamento svolti in questi mesi ha ampi spazi per la didattica frontale, laboratori, una biblioteca con sala lettura, diverse aree per lo studio e anche per il ristoro, con servizi come wi-fi free. Ci si orienta poi con facilità grazie al wayfinding.