Il Signore regna, il Dio di tutta la terra

Dal Salmo 97
Il Signore regna, il Dio di tutta la terra

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono.

I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria.

Perché tu, Signore,
sei l’Altissimo su tutta la terra.

di Ettore Sentimentale

Il testo che la liturgia offre alla nostra riflessione, è la risposta a Dn 7,9ss (prima lettura della Liturgia eucaristica della Trasfigurazione del Signore), testo apocalittico nel quale il profeta descrive l’ebbrezza della sua visione di Dio.
Come traspare chiaramente dalle battute iniziali, il salmo sviluppa il tema della regalità di Dio che secondo l’orante si manifesta nella potenza e nella giustizia con le quali il Signore regge il mondo.
La nostra selezione (5 vv. su 12) comincia e finisce allo stesso modo: Dio regna ed è “l’Altissimo su tutta la terra”. La regalità di Dio si espande, quasi per contagio, alle “isole tutte”, cioè all’universo intero e non soltanto alle terre che si affacciano sul Mediterraneo.
La cosa che più preme sottolineare al nostro autore è che il regno divino, a differenza di quanto solitamente avviene per quelli umani, poggia su alcuni fondamenti irrinunciabili: “giustizia e diritto” (spesso accompagnati da “amore e fedeltà”) che ne rappresentano una certa “personificazione”.
Il nostro orante, viste le sue cognizioni cosmiche, enfatizza la potenza del Signore a tal punto che anche i monti “si sciolgono come cera” davanti al fuoco della presenza divina.
Da qui ne deriva che Lui è “Signore di tutta la terra” che esercita la sua giustizia perfino nei cieli che, simboli di maestà, narrano sempre la gloria di Dio.
Il salmo si chiude con la professione di fede dell’orante nell’onnipotenza divina che si innalza su tutto il creato.
In questa domenica, combaciante con la Trasfigurazione del Signore, tutti siamo contagiati dalla manifestazione della gloria di Dio che, come affermava S. Ireneo, brilla nell’esistenza dell’uomo: “La gloria di Dio è l’uomo vivente” (Adversushaereses, IV, 20,7).