NOI SIAMO CON PAPA BERGOGLIO

di ANDREA FILLORAMO

È certo che fatichiamo molto a tenere il passo delle quotidiane novità provenienti da Papa Francesco e delle altrettanto quotidiane analisi critiche dedicate a tali innovazioni, sia a quelle positive sia, per il vezzo di qualche cardinale, di alcuni vescovi e preti, disturbati nel loro immobilismo, a quelle di rigetto di ogni parola o discorso fatto dal papa.Bergoglio, è attivamente impegnato nel condurre la rivoluzione ecclesiale in atto e il suo pontificato rappresenta un fattore di catalizzazione delle novità, che trovano il loro punto di maggiore visibilità nella sua azione magisteriale e comunicativa, che connota una corrente ideologico-pastorale ben precisa che oggi ha de facto nel papa la sua più visibile espressione ma che parla attraverso mille voci riconducibili a nomi noti come quelli dei cardinali Kasper, Coccopalmerio, dei vescovi Paglia, Forte, Sánchez Sorondo e Fernández, di padre Spadaro, di padre Sosa Abascal, solo per fare alcuni nomi tra i molti, teste pensanti di una chiesa in cammino che rigetta l’immobilismo e l’ipocrisia dei teologi che ritengono o fanno credere che solo loro comprendono la parola di Dio. Una tale corrente ideologico-pastorale, pur nella varietà dei singoli attori, presenta almeno due punti qualificanti e unificanti: il pastoralismo e l’approccio ermeneutico… Pastoralismoda intendere come una accresciuta attenzione alla pastorale, ovvero all’arte di condurre alla meta eterna il gregge dei fedeli, che èuna prassi pastorale,, di predicazione, di insegnamento, di comunicazione che fattualmente si impone non come sostiene qualcuno in modo indifferente al dato dottrinale, ma di sostegno ad esso, che impegnaad una radicale trasformazione del popolo di Dio, del credere e dei credenti, della Chiesa. Con “approccio ermeneutico” intendiamo l’assunzione della filosofia ermeneutica contemporanea a meta-teologia nel suo senso più coerente. In tutta l’azione del pontefice è chiara la sua assunzione del principio d’immanenza nella Chiesa. Principio d’immanenza che è l’anima della modernità filosofica e che però, nella rivoluzione di Papa Bergogliosi compie non nella negazione del sapere metafisico, e della trascendenza, ma nel suo tradursi in linguaggi comprensibili. Se questi sono i dati fondamentali su cui si fonda tutta la riedificazione della Chiesa, nella visione e nel programma di Papa Francesco, in coerenza e in stretto rapporto con essi, c’è il bisogno di recuperare per intero il vero senso del messaggio cristiano dato non dall’astratta teologia, incomprensibile a tanti, ma dalla carità vissuta e fatta esperienza, intesa come un darsi operativamente, senza concedersi sconti agli altri, con uno sguardo particolare verso i più deboli, verso i poveri. Il papa sa con chiarezza che la rivoluzione nella Chiesa, per le resistenze che giungono dal suo interno ha bisogno di tempi lunghi che non vengono accorciati dall’accelerazione che talvolta egli sembra imprimerle e il suo tempo è breve. Ricordiamo che Bergoglio ha ottanta anni. Questo è il motivo per il quale sceglie vescovi e nomina cardinali che, quando Dio vorrà, potranno continuare la sua opera. Fra giorni egli verrà a Milano dove il Cardinale Scola lascerà quella che è stata la cattedra di S. CHIESA DEI POVERI NON Ambrogio. Probabilmente o durante la visita o nei giorni successivi il Papa nominerà il suo successore. Sono certo che sarà proprio la nomina del nuovo arcivescovo di Milano che, data l’importanza storica di quella sede metropolitana, metterà alla prova il programma di rinnovamento della Chiesa.