Signore, insegnaci a pregare

Lc 11,1-13

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: "Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli". Ed egli disse loro: "Quando pregate, dite:

Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione".

Poi disse loro: "Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: "Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli", e se quello dall’interno gli risponde: "Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto,non posso alzarmi perdarti i pani", vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!".

di Ettore Sentimentale

Questo lungo brano ci fa respirare la teologia “tipicamente” lucana, non fosse altro perché in tutto il NT il 3° evangelista è quello che più di ogni altro dedica moltissimo spazio alla “preghiera”. Questo tema è ampiamente trattato nel testo di Louis Monloubou, “La preghiera secondo Luca”, EDB1979 (fuori catalogo) ma se fosse difficile reperirlo si può sicuramente consultare lo studio di Salvatore A. Panimolle, “Preghiera nella Bibbia”, Borla 2009, 213-307.
Nel brano in oggetto, addirittura, potremmo dire che assistiamo a un triplice movimento, sostenuto dalla preghiera. Sinteticamente, la pericope si articola così: Gesù in preghiera; la preghiera che Gesù ci trasmette, la preghiera per eccellenza (il Padre Nostro, seppur nella forma contratta); la necessità di perseverare nella preghiera.
Rimando ad altra occasione la possibilità di sviscerare in largo e in lungo le prime due parti, e mi concentro sull’ultima.
Dopo averci proposto la preghiera per antonomasia, Gesù continua a collocarsi nella prospettiva della tenerezza misericordiosa di Dio sulla quale noi possiamo sempre contare, se abbiamo veramente fiducia in Lui. Dio è pronto ad aiutare i suoi figli e a rispondere ai loro bisogni per la loro vita di credenti e il loro progresso storico nella fede. Se un amico è capace di aiutare il suo amico, se noi siamo capaci di scomodarci per avere la pace quando veniamo importunati, se un padre non può non rispondere ai bisogni dei suoi figli… a fortiori Dio aiuterà i discepoli del suo Figlio Gesù Cristo e darà loro ciò che ha di meglio per la loro salvezza, secondo il Suo progetto, che può differire dal nostro!
Gesù spiega in modo plastico questa realtà attraverso tre verbi che indicano l’essenziale del suo messaggio: chiedete, cercate, bussate. Sono una garanzia a pregare con perseveranza.
È normale che partecipiamo al Padre tutti i nostri bisogni, tutte le nostre richieste, dal momento che Lo riconosciamo come nostro creatore. La testimonianza di Gesù ci ha rivelato che dei “miracoli” da parte sua sono sempre possibili, anche se rari e devono sempre essere interpretati come “segni” di salvezza globale che scaturiscono dalla risurrezione. Tuttavia, Dio non può essere considerato come un “ufficio reclami”, nella certezza che deve accordarci ogni richiesta, qualunque essa sia, attorno ai problemi umani. Quello che ci donerà sempre è la capacità di vivere ogni evento con una qualità di vita che avanza verso il suo Regno e ci accorderà pure lo “Spirito Santo”, cioè la mentalità di Dio, la capacità di osservare con il Suo sguardo, con i suoi valori.
La preghiera di Gesù durante l’agonia al Getsemani, a questo proposito, è esemplare: “Padre…se è possibile, ma sia fatta la tua volontà” (Lc 22,42).