IL FUTURO DELLA DIOCESI IN BUONE MANI. Preghiamo

di ANDREA FILLORAMO

Email ricevuta da un prete, il 7 maggio alle ore 21. 32, che, fra l’altro mi scrive: “… Credo che tu abbia letto su Facebook quanto scrive don F.M sull’arcivescovo La Piana. Mi chiedo quanti sono i preti che condividono il giudizio da lui espresso…”.

Non so né interessa veramente sapere quanti e chi sono i preti che dell’arcivescovo emerito di Messina, hanno la stessa opinione di don F.M, espressa in Facebook, che, a dire il vero, lascia anche me alquanto perplesso. Credo che non sia lecito a nessuno, prete o laico che sia, pur nella ricerca della necessaria trasparenza, o della verità, che si ritiene occultata, usare un certo tipo di linguaggio, reiterarlo nel tempo, nei confronti del vescovo La Piana. Mi si consenta, però, di riflettere su questo “modus agendi”del prete in questione. Parto, perciò, da una semplice considerazione: Facebook è una piattaforma sociale che consente di connettersi con gli amici. Essa mantiene un tono confidenziale, così come avviene nei salotti di casa, al supermercato, in piazza, nei bar mentre si sorseggia un caffè; non trasmette informazioni alla stregua dei giornali ma semplicemente opinioni personali e riservate agli amici, che interpretano fatti o formulano giudizi in corrispondenza a criteri estremamente soggettivi. Tutto quel che si scrive nei post, quindi, non impegna a dare l’assenso in quanto può essere vero, falso, valido, probabile, fantasioso o addirittura assurdo; tant’è che ogni scritto può essere accolto con il “mi piace”, oppure rigettarlo con il “non mi piace”, “condividerlo” oppure no. Un’altra considerazione: a mio parere quanto scrive in Facebook don F.M. può essere interpretato come un suo segnale o una sua nota di sofferenza in quanto ritiene di aver subito ingiustizie o offese e, quindi, non riesce, a seppellirne il ricordo e lo fa conoscere ad altri. Nessuno può sostenere che questo sia un modo terapeutico per eventualmente superare il presunto “vulnus” di quel che è accaduto o che si presume che sia accaduto. Qualcuno può consigliargli che per curare queste ferite dovrà rivolgersi a persone esperte nei disagi del profondo, ma tenendo conto che, a superare certi “stati d’animo”, talvolta non è sufficiente il loro supporto. Oggi, a Messina, c’è un Amministratore Apostolico, uomo di grande fede, di molta esperienza, al quale in ogni momento, don F.M. potrà rivolgersi. Si spera che al più presto lo farà.