Evangelii Gaudium

di ANDREA FILLORAMO

Il Papa Francesco nell’«Evangelii Gaudium» invita a considerare il tempo superiore allo spazio, chiedendo di occuparci di processi in cui si ritiene che la realtà sia più importante dell’«idea», vale a dire, di “evitare diverse forme di occultamento della realtà: i purismi angelicati, i totalitarismi del relativo, i nominalismi dichiarazionisti, i progetti più formali che reali, i fondamentalismi antistorici, gli eticismi senza bontà, gli intellettualismi senza saggezza”, "cerpame" di una Chiesa che stenta a riconoscersi cristiana. Egli è pienamente consapevole che il suo progetto si pone in pieno contrasto con quanto ancora si insegna in molte scuole teologiche, con quanto si legge in molte lettere pastorali dei vescovi, con quelli che sono i contenuti delle omelie di molti preti, imbevute di “dottrinarismo” e “formalismo clericale”. Sa chiaramente che, se questi processi non si iniziano e non progrediscono, il messaggio evangelico non si può concretamente realizzare. Si tratta, quindi, di intraprendere “vie di esperienza, illuminate dalla parola fatta carne”. E’ questa certamente una visione che scaturisce, per papa Bergoglio, dal mistero dell’incarnazione, che vede Dio e l’uomo non lontani fra di loro, non agli antipodi; Dio non è più, per lui,il “terribile”, l’olimpico “Giove” della mitologia greco-romana, fatto cristiano. Per il pontefice la trascendenza, in un certo senso, si fa “immanenza”e la pienezza della rivelazione e della donazione di Dio al mondo, che avviene nella Persona umana del Verbo, caratterizza in modo determinante i rapporti fra l’uomo, il mondo e Dio. Tale rapporto è rappresentativo di quello che intercorre fra realtà come creazione e redenzione, storia ed eternità, segno e sacramento, ragione e fede, cultura e Vangelo, lavoro e preghiera, la città degli uomini e la città di Dio, l’essere umani e l’essere cristiani. E’ proprio in questi concetti che sta racchiusa l’«ecclesiologia» di Papa Francesco, dove non è difficile rintracciare il concetto stesso di “Chiesa dei poveri e per i poveri”. Dio, facendosi uomo, infatti, “si impoverisce " e la povertà diventa un dono che Dio fa agli uomini. Per giungere, quindi, a Dio bisogna passare necessariamente dal povero. Questa visione da papa Francesco è proposta non solo al mondo cattolico, ma a tutti i cristiani e le sue applicazioni concrete a tutto il mondo. Basta, infatti, rileggere il suo discorso all’ONU, per avere una chiara percezione che partendo dall’ascolto si può anche arrivare all’attuazione della carità. E’ indubbio che si tratta di una grande rivoluzione, inaccettabile da quanti schiacciati come sono dai "teologismi", si allontanano dallo spirito evangelico.Oggi occorre che la Chiesa insegni finalmente come costruire l’indipendenza intellettuale di ogni cristiano, come aiutare le personalità a costruirsi autonomamente su un sistema di valori morali ed etici, sui quali primeggia la virtù della carità. L’esempio è indubbio deve venire dai pastori: preti e vescovi. Non a caso Papa Francesco ha messo a capo delle diocesi di Palermo e di Bologna due “preti di strada”, un appellativo comprensibile se si guarda alle biografie dei due prescelti. Sacerdoti che privilegiano il contatto con i poveri, attivi nelle periferie urbane oppure nel Terzo Mondo, forti sostenitori della giustizia sociale e dello sviluppo. Li vediamo all’opera nelle carceri, tra i drogati, tra le prostitute, tra i migranti. Queste due nomine sono due casi sporadici o il Papa sta insediando uomini suoi nei punti nevralgici della comunità? E’ stato fatto cardinale l’arcivescovo di Agrigento, il messinese Francesco Montenegro, che sta in mezzo ai migranti. Idem per Pietro Cuttitta, discepolo di Pino Puglisi che è stato mandato a Ragusa. Esclusi come cardinali gli arcivescovi di sedi principali come Venezia e Torino, elevati alla porpora quelli di sedi minori come Perugia, Ancona o Agrigento. La mano di Bergoglio sulla Chiesa si sente sempre di più. A questo punto è lecito chiederci: "cosa succederà a Messina? Chi arriverà come arcivescovo che farà dimenticare la " bufera" delle dimissioni di La Piana? Sarà un prete di strada? Speriamo.