Si faccia piena luce sulle dimissioni di Monsignor La Piana

di ANDREA FILLORAMO

Leggo su Facebook, due “post” del giornalista Gianfranco Pensavalle, che qui trascrivo:

POST N° 1
“ In occasione del commiato di monsignor La Piana, che voleva chiarire bene certe cose, era stato il vicario Tripodo a zittire i cronisti. Poi lo stesso Tripodo aveva compiuto un gesto da bettola con l’aggressione alla collega Palmira Mancuso. Il cronista prese atto e, grazie a un circuito di informatori che hanno come principio la ricostruzione della verità, ha potuto individuare il contorto percorso dell’eredità Bertolami.”

POST N° 2
“Andrea Zuccarello Marcolini fa ammontare a sei milioni di euro il valore del lascito. Rectius: della revoca d’istituzione d’erede universale del prof. Carmelo Romeo pro La Piana monsignor Calogero, detto Lillo, anni 63, da Riesi.”

CONSIDERAZIONI

La definizione del gesto del prete Tripodo, come “gesto da bettola”, a mio parere non è affatto sufficiente. E’ indubbio che possono essere date altre definizioni, non certo per lui piacevoli. Quale è il motivo? La risposta è semplice: il già vicario del vescovo emerito, in quanto “ primusagens” di un “cerchio magico”ha predisposto assieme ad altri, un’inutile, forse assurda, conferenza stampa, che si è ridotta a un monologo del vescovo sofferente. Mons. Calogero La Piana, se non fosse intervenuto bruscamente Tripodo, forse sarebbe stato disponibile a chiarire determinate situazioni che si erano create nella diocesi, ma il suo vicario minacciò di querela i giornalisti presenti e addirittura augurò il fallimento dei giornali qualora avessero posto delle domande che esulassero da quello che era il “tormentone” di quell’inutile incontro: “mi sono dimesso per motivi di salute”. Egli, così, inconsciamente, qualcuno direbbe stupidamente, con quell’atto controproducente per il vescovo tanto da renderlo non credibile, ha messo in moto quel meccanismo dei giornalisti che non si fermano davanti a nulla nelcercare altre motivazioni delle dimissioni dell’arcivescovo che non siano quelle della malferma salute. E adesso? Adesso, per merito o demerito di Tripodo, persino la stampa nazionale (vedi: Il Fatto quotidiano del giorno 4 ottobre) sta indagando o ha già indagato. Cosa rintracceranno? Lo vedremo. Speriamo che il nuovo arcivescovo di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela scelga i suoi collaboratori fra quei preti che amano la Chiesa più di se stessi, che tenga lontano da sé i “leccapiedi”, gli “ ipocriti”, gli “ignoranti”, gli “imbecilli”. A mio parere, fra gli appartenenti a queste categorie di persone, si nascondevano quelli che hanno “determinato” le dimissioni dell’arcivescovo. Quanto silenzio accanto a lui mentre tutti mormoravano, tutti sapevano e dicevano di non sapere! Inutili, quindi, sono stati i vari benevoli interventi, fatti anche fra le righe di questo giornale, che invitavano a superare i pettegolezzi, e chiedevano al vescovo opportuni chiarimenti.