IL CORAGGIO DI RESTARE

Si parla troppo spesso di cervelli in fuga dall’Italia e poco di chi, invece, continua a scommettere sul nostro Paese. Diciotto storie di imprenditori italiani che hanno deciso di rimanere, guardando al futuro, intravedendo soluzioni che ad altri sfuggono. Restano perché legati al territorio che hanno rilanciato, come i fratelli Damiani a Valenza Po, o Alberto Biancheri, floricultore: da una sua ibridazione di un fiore è ripartita la “Riviera dei Fiori”, o Arnaldo Caprai Cruciani: il braccialetto in macramè creato dal figlio Luca è diventato un fatto di costume non solo moda e ha fatto esportare filati e merletti umbri.
Non se ne vanno perché hanno trasformato i tempi morti della crisi in momenti di formazione per i dipendenti. La terra con loro è generosa e Amarelli liquirizia, Donnafugata cantine, Quadrifoglio Marmi di Orosei restano per ricambiare. Sono storie di imprenditoria e di famiglia, non sodalizi di lavoro ma affetti autentici. Molte imprenditrici non lascerebbero l’Italia perché sono mamme e, se hai dei figli devi avere fiducia e investire nel tuo Paese anche per loro. Le imprese narrate sono così uniche da essere invidiate in tutto il mondo: Fazioli Pianoforti di Sacile, Zamperla (costruisce parchi di divertimento, fra cui Disneyland, l’ultima sua fatica è Coney Island), Grevi Cappelli e Porselli Danza continuano da più di un secolo a cucire a mano i loro capi, ormai oggetto di culto in Italia e all’estero. Ma chi l’ha detto che chi resta ha meno possibilità di chi se ne va?

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